L'emergenza Coronavirus ha un rovescio della medaglia che non è quello legato alla salute dei cittadini. Il riferimento va, ovviamente, alla questioni economiche legate alla sostenibilità di un sistema sanitario che sia efficiente rispetto alle sollecitazioni che è destinato ad avere: chiaro anche il parallelo con famiglie, lavoratori ed imprese che patiranno una fase di immobilismo produttivo generale.
Mario Monti, intervenendo a Radio Capital, ha avuto così modo di soffermarsi su quella che potrebbe essere la strategia per dare respiro a finanze pubbliche che necessitano di nuova linfa.
Al momento la strada più probabile resta quella di chiedere flessibilità sui conti all'Unione Europea, incrementando il debito con il rischio di scaricare il peso dei margini concessi dall'UE alle prossime generazioni. Per Monti, tuttavia, esisterebbe una misura da affiancare o sostituire all'incremento del debito: l'emissione di titoli ad hoc per la sanità per persone che abbiano la possibilità di garantire solidarietà ai connazionali.
Monti spiega differenza tra possibilità Bce e Italia
Intervenendo su Radio Capital, Mario Monti ha sottolineato come, in questa fase, è giusto che l'Italia faccia tutto il necessario. Lo ha fatto richiamando quello che fu il principio economico citato da Mario Draghi nel 2012 da presidente della Bce, citando un editoriale di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.
"What ever it takes" disse l'allora presidente. Un'idea giusta nel principio secondo il senatore a vita, ma inapplicabile nel complesso per una singola nazionale. La criticità è data dal fatto che l'ente che presiedeva Draghi poteva stampare moneta, l'Italia può solo innalzare il suo deficit. Mario Monti ha, perciò, spiegato la differenza di posizioni tra la Bce ed un singolo stato: "In un caso i tassi di interesse scendono e sono scesi per tutti i paesi nel 2012, nel secondo salirebbero soltanto per il Paese che si avvalesse di più debito".
Monti pensa a titoli di solidarietà per emergenza coronavirus
L'idea di innalzare il proprio deficit, secondo Monti, equivarrebbe per l'Italia "a non eliminare gli oneri, ma a scaricarli su figli e nipoti". Tuttavia, senza giri di parole, l'ex premier ammette come, in questa fase, si tratti di 'un male necessario'. Non manca, però, di lanciare una frecciata alle gestioni del bilancio italiano.
"Se l'Italia - evidenzia - avesse avuto, nel corso dei decenni, una gestione del debito pubblico più normale oggi avremmo dei margini in cui a fronte di questa necessità degli interventi ci sarebbe la possibilità di usare delle scorte di capacità di indebitarsi".
Monti, però, ha esposto anche un'alternativa sulla base di quello che è al momento un ritrovato senso civico e di solidarietà nazionale che rintraccia di fronte all'emergenza virale. "C'è modo - ha detto - di sostenere il Paese. Per esempio studiando emissioni di titoli particolari per questa circostanza e che i cittadini che ne hanno la possibilità volontariamente scelgano di sostenere il Paese per dotarlo di un sistema sanitario ancora migliore con più medici e si impongano da se un piccolo sacrificio in modo che quell'onere che trasferiamo alle generazioni future sia ridotto".
"Oppure - ha concluso - se non si fa in tempo al coronavirus, cristallizziamo questo senso di solidarietà e facciamo un'emissione per la salute dell'Italia".