Per la serie BlastingTalks, intervistiamo Michele Vaccaro, imprenditore e manager fondatore di Nonny®. L’azienda ha sviluppato un inedito dispositivo attraverso il quale fornisce un ecosistema di comunicazione sicuro per facilitare un contatto audio-visivo e costante tra gli anziani e familiari.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

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Partiamo dall’idea alla base di Nonny®: può raccontarci com'è nato questo progetto imprenditoriale?

Qualche anno fa, mi sono trovato nella situazione di cercare una soluzione per i miei famigliari più senior. Persone anziane, sole e completamente incapaci di utilizzare la tecnologia, che mostravano evidenti difficoltà nel rimanere in contatto con il resto della famiglia utilizzando i dispositivi tradizionali. Le mille funzionalità offerte dagli smartphone attuali, perfette per il target di utenza alla quale sono rivolti, rappresentano invece, per persone analfabete digitali o con rallentamenti cognitivi o motori, una barriera insormontabile.

Ho cercato a lungo un dispositivo che potesse aiutare, senza riuscirci. Un giorno, osservando mia madre che parlava e accarezzava le tante foto delle quali piace circondarsi, ho avuto la giusta intuizione: e se accarezzando le foto, queste potessero animarsi e iniziare a conversare con mia mamma? In quel momento è nato Nonny®.

Un dispositivo che sfrutta la tecnologia riuscendo però a nasconderla in un oggetto che non spaventa perché semplice e famigliare alle persone anziane. Che non presenta icone o menù. Che non richiede nulla di più di un tocco per poter essere in contatto visivo con i propri cari.

Come funziona la tecnologia che offrite e perché può fare la differenza per gli anziani e le famiglie che scelgono di adottarla?

Nonny® è semplicissimo da utilizzare e si presenta come un portafoto digitale che, nella sua elegante cornice satinata, racchiude i volti delle persone care. E con il più naturale dei gesti, una carezza o il semplice tocco della foto, permette di videochiamare live il proprio figlio o nipote che riceverà la videotelefonata tramite l’app dedicata sul proprio smartphone. Tra le tante caratteristiche del dispositivo, che lo rendono specifico e ideale per l'utilizzo da parte di utilizzatori con disabilità cognitive o motorie spiccano: la combinazione di un hardware e di un software disegnato ad hoc; la totale intuitività di utilizzo; la mancanza di menù o icone, l'ambiente operativo protetto che impedisce all'utilizzatore di perdersi o confondersi, la risposta automatica selettiva che consente ai famigliari più stretti di attivare automaticamente a distanza il dispositivo permettendone l'utilizzo anche senza che l'interessato debba neanche toccarlo.

Da un punto di vista pratico, quali sono i vantaggi e i riscontri pratici per gli utilizzatori della vostra piattaforma?

I vantaggi, rispetto ad altri dispositivi, sono determinati dal fatto che Nonny® è stato pensato in maniera specifica per le persone anziane o con rallentamenti cognitivi o motori. Tutte le sue funzionalità sono nate sulla base delle indicazioni e dell'esperienza diretta con gli utilizzatori e i care giver. In Nonny® non ci sono i nomi da cercare, non ci sono i numeri da ricordare, non ci sono menù. Nonny® resta sempre acceso, per non confondere l'utilizzatore, andando in stand-by. L’anziano tocca la foto che vede sul display e parte la chiamata. E quando il tablet riceve una chiamata, può essere configurato per rispondere in automatico sollevando l'utilizzatore dal dover rispondere manualmente.

Molti che hanno comprato Nonny® sono rimasti entusiasti soprattutto della semplicità e della sicurezza nella chiamata sia dal punto di vista dell'utilizzatore sia da chi la riceve. Nonny® è un dispositivo unico sul mercato, nato dalla volontà di ridare autonomia comunicativa a chi ne ha più bisogno.

Qual è stato l’impatto provocato dall’avvento della pandemia da coronavirus sul vostro business e in che modo sono cambiate le richieste dei vostri clienti?

La pandemia è stato un incredibile acceleratore. Molte delle cose che avevo previsto sarebbero successe da lì a tre anni, sono invece successe nel giro di pochi mesi. Il COVID ha messo in evidenza quel buco di offerta che avevo sperimentato io tre anni prima, e gli strumenti di videocomunicazione per le persone anziane si è trasformata rapidamente in stringente necessità.

Da dispositivo da utilizzare a casa per rimanere connessi con la famiglia, Nonny® ha esteso il suo utilizzo presso le RSA, dove si è rivelato uno strumento indispensabile per far rimanere in contatto gli anziani isolati, con il resto del mondo. E successivamente, si è rivelato un ottimo veicolo per la diffusione di servizi dedicati alle persone senior. Nonny®, infatti può rappresentare un vero e proprio portale che mette in contatto un mondo di servizi specifici con le persone che non sono più in grado di utilizzare i dispositivi digitali tradizionali per fruirne. E’ stato un percorso incredibile che ci ha consentito di conoscere moltissime persone e aziende impegnate in ambito sociale e sensibili al problema degli anziani.

Come Sorgenia, uno dei maggiori operatori italiani per la produzione e la vendita di elettricità, che ha acquistato cento Nonny® per farne dono ad altrettanti suoi clienti ultraottantenni nell'ambito della campagna "Resta vicino a chi ami” per ridurne lo stato di isolamento, aggravato dall'emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda la gestione interna della vostra attività, com'è cambiato il modo di lavorare in Nonny®?

Abbiamo dovuto ridurre alcuni sviluppi e focalizzarci solo su quelle sinergie che mostravano più potenziale focalizzandoci su poche azioni fatte bene e mettendo in pausa altre attività che valuteremo in futuro. Inoltre, abbiamo voluto scendere in campo cercando di dare anche un nostro contributo attraverso svariate donazioni di dispositivi Nonny®, in particolare presso alcune RSA.

Un maggior ricorso alla tecnologia sarà sufficiente per trovare un nuovo equilibrio nel tema della vicinanza agli anziani o servirà ripensare in modo più profondo la nostra società?

Gli anziani hanno bisogno di parlare, di comunicare e di raccontare. La visione di un proprio caro tramite un dispositivo genera sorrisi, entusiasmo e voglia di vivere. La tecnologia non può non essere che un facilitatore di questo processo ma il problema, in generale, sono gli investimenti. In Italia bisogna investire di più per eliminare il “digital divide”. Questi ultimi mesi di emergenza hanno evidenziato che Internet non può essere considerato un optional. Disporne o no è un fattore discriminante, capace di influenzare uguaglianza e pari opportunità.

La pandemia ha accelerato il cambiamento nel nostro modo di vivere, lavorare e socializzare. Con il crescere della disoccupazione e delle misure di isolamento, l’inclusione digitale è diventata essenziale. Motivo per cui le condizioni della popolazione rimasta offline stanno diventando sempre più difficili. Però la tecnologia non basta. Bisogna anche avere il coraggio di investire mettendo davanti la bontà e l'utilità delle idee e lasciando ai rischi un ruolo secondario. Altrimenti non c’è vera innovazione e non si va da nessuna parte.

Dal suo particolare punto di vista di manager e imprenditore, cosa possiamo apprendere dalla difficile e drammatica situazione vissuta nell'ultimo anno per diventare più resilienti in futuro?

La crisi sanitaria dettata dal coronavirus ha messo in grande evidenza la mancanza di un’offerta tecnologica rivolta al di fuori della fascia produttiva e verso le persone più deboli. La tecnologia è certamente un fattore abilitante, chiave di lettura importante per le società contemporanee. Ma deve necessariamente essere interpretata anche in chiave sociale. Ho provato sulla mia pelle cosa significa vedere un anziano malato sorridere a suo nipote chiuso dentro una RSA.