C'è anche Poste Italiane fra i soggetti che accettano ancora la cessione dei crediti di imposta dei bonus edilizi e del superbonus 110%, nonostante le difficoltà che il sistema bancario sta riscontrando nel far circolare la "moneta fiscale". Dei circa 20 tra istituti bancari e assicurativi che forniscono il servizio di acquisto dei crediti di imposta, i privati possono accedere attualmente a Poste Italiane e a tre banche. Il monitoraggio della scorsa settimana è stato effettuato da Il Sole 24 Ore. Il problema per privati, imprese e condomini non riguarda solo la domanda di accettazione della vendita dei crediti dei bonus edilizi e del superbonus, ma tutto l'iter di approvazione delle istanze: nei giorni scorsi, infatti, l'Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha richiamato gli istituti a controlli più rigorosi sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura di bonus e superbonus.

Bonus e superbonus 110%: quali banche accettano la cessione del credito di imposta oggi?

Dal monitoraggio settimanale degli istituti bancari e finanziari che stanno accettando ancora la cessione dei crediti di imposta sui bonus e superbonus edilizi, nonostante il blocco del plafond di spesa, si ritrovano tre banche e Poste Italiane. Le banche presso le quali si può tentare di vendere il credito sono Banco Desio, Bper e Montepaschi di Siena (Mps). Le difficoltà che si riscontrano, da un lato sono di ordine normativo, con banche, imprese e privati che hanno dovuto adeguarsi ai cambiamenti della legislazione del superbonus, soprattutto sui vincoli di cessione dei bonus; dall'altro, invece, sono terminate le risorse stanziate dal governo per le agevolazioni fiscali: dai dati dell'Enea, a fine maggio sono stati prenotati interventi ammessi ai bonus edilizi per 33,7 miliardi di euro, contro i 33 miliardi stanziati dal governo.

La domanda che si pongono gli operatori riguarda le possibili soluzioni che il governo adotterà per sbloccare il plafond dei crediti di imposta e quale sarà la risposta dello Stato ai lavori già iniziati in virtù delle agevolazioni fiscali.

Superbonus, quanti crediti fiscali sono stati ammessi alle agevolazioni dei bonus a maggio 2022?

Nel dettaglio, la rilevazione fatta dall'Enea fotografa un quadro complessivo di 172.450 asseverazioni al 26 maggio 2022 con un totale di interventi ammessi alle agevolazioni dei bonus e superbonus edilizi di oltre 30 miliardi di euro.

Del volume complessivo degli interventi agevolati, i lavori conclusi risultano per un complessivo di oltre 21 miliardi di euro. A spiegare l'attuale situazione dei crediti è Francesco Matrone, managing partner di SM&A Dottori Commercialisti Asso: "Oggi abbiamo una normativa delineata, sia pure frutto di una sovrapposizione di norme e chiarimenti che piano piano hanno contribuito a semplificare una legge abbastanza complessa, soprattutto nelle prime fasi. I principali problemi odierni - continua - riguardano i dati dell'Enea e lo stop degli istituti di credito che operano nella cessione del credito di imposta. Banca Intesa e Unicredit hanno dato lo stop ad acquistare i crediti successivi per la limitazione del decreto 'Aiuti', con il vincolo della compensazione dei crediti con le imposte dovute dalle banche".

Ma anche lo sforamento degli investimenti impegnati dal governo pone seri dubbi sul proseguo dei prossimi interventi in superbonus e bonus edilizi.

Bonus edilizi, cosa avverrà per i lavori già iniziati con le agevolazioni del superbonus?

Infatti, la situazione ad oggi è che gli istituti bancari non sanno quanti crediti dei bonus edilizi e del superbonus 110% possono continuare ad acquistare in conseguenza del blocco del plafond di spesa. Ma anche tra i privati, i condomini e le imprese che stanno eseguendo interventi già finanziati e chi deve ancora avviarli, regna l'incertezza. "Credo che per coloro che hanno già avviato i lavori e sono già in fase avanzata - interventi già inclusi nella rilevazione dell'Enea, precisa Francesco Matrone - la situazione sia salvaguardata.

Ma per chi deve ancora iniziare i lavori la situazione potrebbe essere critica. C'è bisogno dell'intervento del governo perché sono terminate le risorse del superbonus. Una soluzione per facilitare la circolazione dei crediti - conclude - potrebbe essere la cartolarizzazione dei crediti in modo da ampliarne le sfere di utilizzabilità.