Come cedere il credito d'imposta derivante dai bonus edilizi e dal superbonus 110% nonostante la situazione di blocco del plafond di acquisto delle banche? In attesa di nuovi interventi normativi che possano portare qualche novità ai bonus e alle cessioni dei crediti, sono tre le possibilità per far circolare "moneta fiscale".

La prima è quella di portare in detrazione fiscale il credito o di venderlo a un soggetto terzo che possa farne lo stesso utilizzo. La soluzione non è sempre percorribile perché chi compra il credito potrebbe incappare nell'incapienza delle imposte dovute rispetto all'ammontare del credito da portare in detrazione.

L'esaurimento del plafond delle banche per acquistare i crediti del superbonus e dei bonus edilizi necessita pertanto di soluzioni alternative. La seconda ipotesi è dunque quella di verificare attentamente la possibilità di cessione a banche o ad altri istituti finanziari ammessi all'acquisto. La terza e ultima via percorribile è quella derivante dalla maggiore circolazione del credito maturato sull'applicazione dello sconto in fattura.

Crediti dei bonus edilizi e del superbonus 110%: come fare se si è tra la prima e la terza cessione?

Se si tratta di prima cessione del credito di imposta dei bonus e superbonus edilizi, si può optare per il trasferimento a un soggetto terzo, dato che non sussistono i vincoli della seconda e della terza cessione.

Ma è necessario che il terzo abbia convenienza all'acquisto in termini di capienza fiscale per la detrazione. Il beneficio fiscale di chi acquisisce il credito, inoltre, deve essere spalmato su un periodo a medio termine di 4, 5 o 10 quote annuali di uguale importo, tante quante sono richieste dal legislatore a seconda della tipologia di bonus.

Per questo motivo, l'altra alternativa alla cessione del credito dei bonus è sempre quella di rivolgersi alla banca. Insistere nell'operazione di vendita ha possibilità di riuscita, soprattutto dopo le novità introdotte sui bonus dal decreto legge "Aiuti" e la successiva interpretazione dell'Agenzia delle entrate in merito all'ultima cessione, la quarta, alle banche presso le quali abbiano un conto corrente i soggetti professionali privati.

Cessione crediti bonus alle banche, quando conviene effettuarla?

Il chiarimento sul decreto ha portato all'apertura della cessione dei bonus anche se non siano stati esauriti i primi tre trasferimenti: la banca può decidere di liberarsi dei crediti vendendoli ai soggetti professionali privati anche se si dovesse trattare di seconda o di terza cessione. Questo passaggio interessa le vendite dei crediti per operazioni a decorrere dal 1° maggio 2022 per le quali non c'è bisogno di seguire i vincoli sempre più gravosi delineati dai precedenti decreti "Sostegni-ter" e "Ucraina". La possibilità per le banche di cedere crediti ai professionisti privati (tra i quali si ricordano le società di capitale di grandi dimensioni e gli altri soggetti che operano nel mercato come grandi competitor di Affari e Finanza) ha il vantaggio di liberare capienza fiscale e di riequilibrare i crediti acquisiti con le imposte da versare.

L'allentamento di questo vincolo di acquisto delle banche, che potrebbe arrivare a luglio con la conversione in legge del decreto "Aiuti", permetterebbe dunque agli istituti finanziari di effettuare ulteriori operazioni e in più tempo, anche per andare incontro ai soggetti che hanno necessità di vendere il credito (dalla prima alla terza cessione) del superbonus.

Superbonus, quali vantaggi si hanno dallo sconto in fattura dei bonus edilizi?

L'ulteriore opzione di vendita dei crediti di imposta consiste nell'insistere sullo sconto in fattura, sia applicato al corrispettivo per lavori in superbonus 110% che sugli altri bonus edilizi. Si tratta, in questo caso, di arrivare a un accordo con le imprese fornitrici ed esecutrici degli interventi edilizi sulla concessione dello sconto sul corrispettivo: acquisito il credito di imposta, le imprese lo potranno cedere, a loro volta.

In questo scenario, l'opzione presenta il vantaggio di non considerare lo sconto in fattura come il primo dei quattro trasferimenti. L'impresa che acquisisce il credito di imposta in virtù dello sconto in fattura applicato al contribuente ha il beneficio di poter cedere il proprio credito a qualunque soggetto (privato o banca) come previsto per la prima cessione. Dunque, insistere sullo sconto in fattura come alternativa al blocco dei crediti sortirebbe l'effetto positivo di poter disporre di un trasferimento in più verso chiunque. Spetterà successivamente a chi acquista il credito procedere con la seconda cessione (in caso di non utilizzo del bonus come detrazione fiscale) a una banca o a un intermediario finanziario rientrante tra i soggetti a regime controllato.