L'Alto rappresentante per la politica Estera e di Sicurezza europea, Federica Mogherini, davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha discusso sull'emergenza immigrazione che affligge il Mediterraneo da anni e dove spesso i 'barconi della morte' carichi di persone che fuggono dai loro Paesi in guerra trovano la loro fine ancor prima di approdare sulle coste italiane.

L'intervento della Mogherini ha riguardato principalmente l'elaborazione di un piano risolutivo da parte dell'Onu per portare avanti le soluzioni della Ue che comprendono missioni contro gli scafisti, i trafficanti e le loro imbarcazioni.

Il flusso di migranti nel Mediterraneo, ha rimarcato l'Alto rappresentante, "è un'emergenza umanitaria che mette a rischio anche la sicurezza. E noi dobbiamo agire. È un nostro dovere morale".

Secondo quanto riportato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, solo nel 2015 sono morte in mare circa 1.727 persone. L'ultima tragedia è accaduta il mese scorso, quando una nave con 900 migranti a bordo, diretta verso l'Italia, è naufragata nel Mediterraneo, causando la morte di quasi tutti coloro che erano imbarcati. Riguardo i tempi per l'attuazione della risoluzione Onu, Mogherini si augura che sia fatta in tempi ragionevoli, vista la necessità di un consenso da parte delle autorità libiche per far entrare le navi europee nelle acque territoriali del Paese, ma assicura: "Si agirà rispettando le leggi internazionali cooperando con le autorità locali, ma bisogna agire in fretta, perché non si può aspettare per salvare delle vite".

Il piano illustrato da Federica Mogherini alle Nazioni Unite prevede quattro fasi principali: aiutare i Paesi di origine e di transito dei migranti, controllare il passaggio delle frontiere in Libia e nei Paesi limitrofi, missioni contro i trafficanti di esseri umani e gli scafisti ed infine suddividere i profughi, attraverso un meccanismo di quote, tra i Paesi dell'Ue.

Per ora il mandato dell'operazione è in via di elaborazione a Bruxelles ed il giorno 18 verrà sottoposto al Consiglio Europeo che cercherà di agire da subito. Secondo il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ci vorranno una decina di giorni per capire se, si potrà contare sull'appoggio di tutti i membri dell'unione, la cui speranza è che sia tutto pronto anche prima del Consiglio esteri del 18 maggio.