C'è molta preoccupazione in Europa per quello che sta accadendo in Turchia, che ha deciso di sospendere la convenzione europea suidiritti umani. La replica dell'Europa è stata pronta, facendo notare comealcuni diritti non possano essere assolutamente compromessi. Intanto da ieri 21 Luglio è in vigore lo stato di emergenza con posti di controllo ovunque.
Diritti compromessi
Lo aveva annunciato il presidente Erdogan ed è stato rettificato in parlamento: sì allo stato di emergenza in Turchia per almeno tre mesi. E' stata inoltre sospesa la convenzione europea sui diritti umani, una deroga prevista dall'articolo 15 del documento.
Tuttavia, l'Europa ha fatto notare come ci siano diritti fondamentali che non possono essere messi in discussione. Tra questi vi sono il diritto alla vita, la proibizione della tortura e di altri trattamenti inumani e degradanti. Parole che stridono con le immagini delle epurazioni ed arresti di massa provenienti da Ankara dopo il fallito golpe dello scorso venerdì.
Turchia: le critiche dell'Europa
L'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri Federica Mogherini ha sottolineato come ci siano alcuni diritti fondamentali consideratiinalienabili. Tra di essi è presente anche il diritto ad un giusto processo. Se l'Europa si mostra preoccupata, il vicepremier turcoha rassicurato: "Stiamo seguendo l'esempio della Francia".
Con 346 voti favorevoli e 115 contrari, il parlamentoha inoltreconferito poteri assoluti sia al governo che alo stesso presidente. Ankara ha promesso che lo stato d'emergenza è necessario per combattere i terroristi e che non infierirà assolutamente sull'economia e sulla vita quotidiana dei cittadini. Tuttavia, si teme che con i nuovi poteri che gli sono stati conferiti, Erdogan inasprisca ulteriormente la repressione (già durissima) contro i suoi oppositori. Oltre 50000 persone tra funzionari pubblici, giudici, imam ed insegnanti sono stati destituiti dai loro incarichi o, peggio, finiti in manette. I militari detenuti sono finora 6823.