Carola Rackete è intervenuta a Bruxelles con un discorso incentrato sulla sua avventura con la nave Sea Watch nel mese di giugno di quest'anno; l'audizione è stata consentita in quanto il 3 ottobre ricorreva la Giornata del Migrante e la Commissione del Parlamento Europeo si riuniva per discutere di Libertà Civili, Giustizia, Affari Interni.
La capitana della nave Sea Watch si è dilungata sui fatti accaduti a giugno, soprattutto il 29, quando decise di forzare il blocco della Guardia Costiera rischiando di mettere il pericolo la motovedetta della Guardia di Finanza che voleva impedirne il passaggio.
Nel suo discorso Carola afferma di aver agito nella piena convinzione di essere nel giusto, perché a suo dire sono le leggi ad essere sbagliate, non le sue azioni, e questo le darebbe il diritto di agire come crede? Quello che è successo a giugno, insieme a quello che è successo il 3 ottobre a Bruxelles, ci dà tutto il quadro di una Politica indifferente, ipocrita, falsa.
Abbiamo visto i parlamentari europei applaudire a lungo, guardarsi compiaciuti fra di loro, annuire in direzione di Carola, ringraziare infine e commentare, al termine del discorso, nelle parole del Presidente della Commissione, Juan Fernando Lopez Aguilar: "Questo applauso finale molto lungo è il simbolo del nostro apprezzamento degli sforzi che lei ha svolto.
Si è impegnata personalmente in modo incredibile e per questo la ringraziamo". Questi stessi esponenti politici europei, durante quei fatidici giorni, hanno ignorato completamente i suoi appelli.
Una vicenda con un finale da scrivere
A bordo della Sea Watch, a giugno, c'erano 53 migranti, o 42 o 49, secondo altre fonti, recuperati il 12 giugno in zona Sar libica, ovvero acque di competenza della Libia; alla richiesta di un porto sicuro risponde Tripoli, ma Carola rifiuta; la Germania si offre di prestare asilo politico, ma inutilmente; dopo qualche giorno vengono fatte sbarcare 12 persone, per problemi di salute o perché famiglie con neonati.
Nessun altro paese europeo offre asilo, nessuno accoglie le richieste di Carola, o per lo meno nessuno di quelli che lei vorrebbe, quindi dopo 17 giorni, il 29 giugno, decide di agire per conto suo e forza il blocco. Viene incriminata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, reato di cui deve ancora rispondere, e per contrasto a nave da guerra, reato dal quale è stata scagionata perché la motovedetta della Guardia di Finanza non è stata ritenuta nave da guerra.
La stessa Carola Rackete, nel suo discorso a Bruxelles, ha detto: "Dove eravate quando abbiamo chiesto aiuto attraverso tutti i canali diplomatici e ufficiali?". La domanda è lecita, e la risposta manca. Dove erano tutti quei politici compiaciuti dal suo discorso? Come mai nessuno ha risposto al suo appello di giugno? Perché quelle stesse persone oggi applaudono? Non è forse evidente la grande ipocrisia di Bruxelles, quando rifiuta i migranti, e poi applaude Carola?
Ci auguriamo che la ragione prenda il sopravvento sull'emozione e che si apra presto una seria indagine sulla tratta dei migranti in Nord Africa, che permetterebbe una visione più approfondita del problema.