Il 31 dicembre 2015, in Liguria, scadeva il termine per la presentazione di progetti edilizi per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente previsti dalla Legge Regionale n. 49 del 2009. La suddetta legge, meglio conosciuta come Piano Casa, prevedeva la possibilità di aumentare in maniera consistente la volumetria esistente dei fabbricati con lo scopo di consentire, oltre ad un recupero del patrimonio edilizio esistente, anche un rilancio dell'attività edilizia che sta subendo pesantemente i disagi derivanti dalla grave crisi economica degli ultimi anni.
Prima della scadenza del termine è stata prontamente promulgata dalla Regione Liguria una nuova legge: la L.R.22 del 23-12-2015 che ha apportato alcune modifiche all'originaria normativa cosiddetta del Piano Casa. La nuova Legge ricalca sostanzialmente le orme della precedente, estendendo la possibilità di applicazione anche alle pertinenze dei fabbricati principali. Sono inoltre previste delle premialità e degli incentivi a chi si impegna ad adeguare l'intero edificio esistente alla normativa antisismica e sul risparmio energetico.
Aumenta la percentuale di incremento volumetrico anche per chi sceglie di demolire gli edifici presenti in zona di elevata pericolosità idraulica e geomorfologia per ricostruire il nuovo volume in zone sicure.
Incentivi ed agevolazioni sono previsti anche a chi si impegna ad eseguire opere di riassetto idrogeologico. Il tutto in deroga a quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti, mentre per quanto riguarda gli edifici ricadenti nel territorio dei parchi si applica la disciplina stabilita nei relativi piani, e comunque è sempre richiesto il rilascio del prescritto nulla osta.
Dal Governo dicono che la Regione Liguria ha violato la competenza legislativa dello Stato, dalla Regione dicono che hanno lavorato bene e che il Governo frena la ricrescita dell'economia. Chi ha ragione per ora non si sa, quel che è certo è che ci si ritrova ancora una volta a naufragare nell'incertezza della burocrazia.