Il dibattito sulla Riforma Pensioni 2014 si fa sempre più acceso; nella giornata di ieri il Presidente della Camera Boldrini ha annunciato che entro marzo verrà presentato un disegno di legge pro esodati, un provvedimento che risulti in grado di correggere le iniquità della riforma Fornero e che consenta ai lavoratori che abbiano maturato i requisiti previgenti la riforma stessa ad ottenere il pensionamento.
In attesa che si concretizzi un percorso legislativo, continuano poi a tenere banco le ipotesi del prepensionamento tramite prestito pensionistico avanzata da Giovannini e quella del prestito d’onore paventata dalla Lega, che sebbene sia stata limitata alla sola Lombardia potrebbe risultare applicabile anche al contesto nazionale.
La Riforma Pensioni 2014 passa anche dallo sblocco della situazione per Quota 96 - giunti alla settimana decisiva - precoci e usuranti, tutte categorie che hanno pagato sulla propria pelle gli errori commessi dalla riforma Fornero.
Riforma Pensioni 2014: precoci, esodati, usuranti, Quota 96, prepensionamento e prestito d’onore - Settimana decisiva per i Quota 96, rimpasto di governo la chiave
Avviamo un’analisi più approfondita del capitolo Riforma Pensioni 2014 partendo dagli esodati: l’INPS ha reso note le operazioni di salvaguardia che hanno interessato questa categoria, con i dati oggetto di diffusione a certificare uno stato di assoluta emergenza: mediamente un solo esodato su 5 ha ottenuto la liquidazione della pensione, in complesso circa 33.147 a fronte di oltre 160 mila unità salvaguardate dall’esecutivo con gli interventi varati nel 2013.Ecco dunque spiegata l’esigenza di un provvedimento legislativo ad hoc: per portarlo a termine risulterà decisiva la collaborazione assicurata dall’INPS stessa, che dovrà fornire con cadenza trimestrale rapporti esaurienti che certifichino stato di cose e passi in avanti.
Considerata la lentezza delle Istituzioni nel dar corso a provvedimenti legislativi, strumenti ‘tampone’ da potersi adottare su base volontaristica, come il prepensionamento tramite prestito pensionistico INPS o la stessa ipotesi di erogazione di un prestito d’onore, costituiscono ad oggi una via più che percorribile. La prima ipotesi, quella avanzata da Giovannini, prevede che venga destinato un prestito pagato dall’INPS a tutti coloro i quali accettino di uscire anticipatamente dal lavoro; una volta maturato il diritto alla pensione, renderebbero il tutto sottoforma di trattenuta diretta di una quota pari al 15-20% su ogni assegno mensile.
Sul fronte precoci e usuranti continuano a tenere banco le dichiarazioni dei sindacati, con le associazioni di tutela dei primi a chiedere a gran voce una modifica della normativa che regolamenta le penalizzazioni previste per l’accesso alla pensione anticipata, e quelle dei secondi a insistere per la messa a punto di requisiti meno rigidi per l’uscita dal lavoro. L’impressione in questo caso è che un nuovo governo, con Renzi premier ed Epifani ministro del lavoro possa accelerare il processo.
La Riforma Pensioni 2014 passa però anche dalla risoluzione della vicenda Quota 96: tra pochi giorni si terrà l’incontro decisivo in Commissione Bilancio, che con una nota diffusa ieri ha sollecitato la Commissione Lavoro a visionare il nuovo testo unificato Ghizzoni-Marzana. C’è grande ottimismo ma l’ultima parola spetterà alla Commissione Bilancio.