Dopo il problema degli esodati, una questione ancora irrisolta e che genera non poca tensione tra i futuri pensionati italiani è quella dei "Quota 96" inasprita dalla riforma Fornero nel 2011. da allora la questione dei quota 96 si è sempre più inasprito e la soluzione, ora, potrebbe arrivare con il Jobs act di Renzi e la proposta Ghizzoni, della quale ne avevamo parlato in questo articolo.
Appartengono alla c.d. "quota 96" tutti quei cittadini, la cui età anagrafica, sommata agli anni contributivi, farebbe scattare la tanto dibattuta soglia "96" che, prima dell'entrata in vigore della legge Fornero, consentiva l'accesso al trattamento pensionistico che oggi viene, invece, negato.
Una categoria ampia quella dei lavoratori che avrebbero avuto diritto di andare in pensione senza la famigerata legge 214/2011 (legge Fornero), lasciando così il posto a tutti quei giovani in cerca di occupazione, che invece vanno a confluire nella già cospicua percentuale di disoccupati.
Tuttavia, da quanto emerge in questi giorni, con le spinte per l'approvazione del Jobs Act, pare che il dibattito sul fronte "scuola" si stia indirizzando sul problema dei lavoratori del suddetto settore, con possibilità di accedere al trattamento pensionistico.
Con l'amaro in bocca, invece, restano tutti gli altri lavoratori appartenenti a settori diversi dalla "scuola", per i quali non potrebbe scattare la c.d.
"Quota 96", che lamentano la noncuranza della loro posizione da parte del welfare italiano. Le pressioni maggiori sono state avanzate principalmente dagli altri lavoratori pubblici, facendo leva sui principi costituzionali e su quello di parità tra i dipendenti statali.
Al contrario, Renzi invita ad attendere la pubblicazione - ormai imminente - del Jobs act, che conterrà una serie di riforme non solo per il comparto occupazione e lavoro, ma interesserà anche il tema delle Pensioni. La soluzione sembra essere l'inserimento nel Jobs act del disegno di legge "Ghizzoni e Marzana".