La Chiesa torna a farsi sentire e a dare una tiratina d'orecchi allo Stato Italiano. Mancano i 'danè', è in sintesi il messaggio recapitato ieri, mercoledì 30 luglio, attraverso la Commissione episcopale per l'educazione, la Scuola e l'università. Crisi anche per le scuole cattoliche, dunque, che non riescono più ad andare avanti proprio perchè sta venendo a mancare un adeguato finanziamento alle scuole paritarie. Quali sono le conseguenze? Molte scuole cattoliche hanno già chiuso i battenti, soprattutto quelle che riguardano l'infanzia e se la tendenza rimarrà questa anche nell'immediato futuro, molti altri Istituti saranno costretti ad arrendersi.
Miur, scuola, la Chiesa protesta: scuola paritaria non di fatto
La Chiesa afferma, inoltre, che la scuola paritaria è tale solo sulla carta, ma non nella realtà dei fatti: i vescovi affermano che nonostante siano passati già 14 anni da quella famosa Legge N. 62/2000 che aveva legittimato la parità scolastica, non si è assistito a quel processo di trasformazione della scuola che potesse garantire una libera scelta da parte delle famiglie italiane.
Per sottolineare le profonde differenze che esistono ancora tra la scuola pubblica e la scuola parificata, la Cei ha riportato all'interno della nota pastorale intitolata 'La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società' alcuni dati riguardanti l'attuale rapporto tra gli alunni che frequentano la scuola pubblica e quelli che, invece, hanno scelto la parificata. Per quanto riguarda l'anno scolastico 2012/2013 su quasi nove milioni di studenti (di ogni ordine e grado) solo poco più di un milione hanno optato per la scuola paritaria, con circa 700.000 alunni che hanno frequentato scuole cattoliche.
Per girare il coltello nella piaga, la Chiesa ha rammentato come i finanziamenti statali del 2013 per la scuola pubblica siano stati pari a circa 40 miliardi di euro, mentre per quella paritaria sono state concesse risorse inferiori ai 500 milioni di euro. Cosa risponderà il Ministero dell'Istruzione?
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