Ancora una volta, i pensionati sono sotto la lente d'ingrandimento dello Stato. Questa volta a stringere le maglie del sistema ci pensa un provvedimento che sarà valido a partire dalla giornata di dopodomani domenica 6 luglio.
La legge 111/2011 prevede infatti che il termine di decadenza decennale per la presentazione di una rettifica al calcolo della pensione sia ridotto considerevolmente; se i conteggi dell'Inps risulteranno errati, bisognerà dare comunicazione scritta entro tre anni, dopo i quali non sarà più possibile alcun intervento correttivo.
L'Inps recepisce la nuova legge dello Stato con una circolare
L'ente italiano di previdenza sociale ha quindi recepito la nuova normativa, avvisando gli interessati e gli operatori del settore attraverso una specifica circolare (numero 4774 del 19 maggio 2014).
Gli esperti sono ora in allarme; a partire dal prossimo 6 luglio per i pensionati non sarà infatti possibile rettificare errori anteriori all'anno 2011. Se si considera che in Italia circa una pensione su tre presenta errori di conteggio (secondo la Fondazione studi dei consulenti del lavoro), si capisce come il provvedimento potrebbe arrivare a colpire una platea molto ampia.
Sono quindi molti i dubbi che attanagliano i professionisti fiscali e gli esperti nel campo previdenziale.
La normativa risulterebbe punitiva visto che riguarda una platea di destinatari anziani e non necessariamente capaci di gestire questioni amministrative complesse.
Secondo molti sarebbe stato opportuno prevedere un regime transitorio, in modo da facilitare la correzione di errori a ridosso della data di salvaguardia per lo Stato.
Da sottolineare anche una certa asimmetria dello Stato nei confronti dei propri contribuenti, visto che gli stessi termini di scadenza non vengono applicati quando a dover pagare è il comune cittadino.