Dopo la grande delusione dovuta alla legge di stabilità 2015, che di fatto ignora completamente i desiderata di lavoratori precoci, usuranti, quota 96 e più in generale di tutti i pensionandi disagiati, arriva una nuova speranza con l'apertura del Neo Commissario Tiziano Treu alle cosiddette mini - Pensioni. Nel corso di questo articolo spiegheremo come dovrebbero funzionare e ci chiederemo se davvero i lavoratori sono interessati ad avere una tutela di questo tipo, sicuramente al ribasso rispetto alle aspettative iniziali, anche se potenzialmente utile almeno per le situazioni più urgenti.
Ma prima di tutto cerchiamo di capire i presupposti della vicenda.
Riforma pensioni 2014 e legge di stabilità 2015: promesse vanificate, nessuna apertura alla flessibilità previdenziale
Se c'è una parola che i lavoratori hanno dovuto digerire nel corso degli ultimi anni, questa è flessibilità; nella vita attiva questo termine ha spesso fatto la rima con precarietà, ma quando è arrivato il momento di percepirne il vantaggio, ecco allora che si crea una situazione dicotomica. Al largo utilizzo della flessibilità sul luogo di lavoro è seguita un'estrema rigidità nelle formule di accesso alla pensione, proprio mentre si cambiavano in peggio i requisiti formali dell'Inps. Tutto questo con la giustificazione della mancanza di fondi, che però i lavoratori respingono spesso al mittente visto che di spese perlomeno discutibili lo Stato in questi anni ne avrebbe fatte molte.
Resta il punto della questione: progetti di pensionamento anticipato come quello ideato da Cesare Damiano - Presidente della Commissione Lavoro alla Camera - vengono rigettati a causa dei costi insostenibili per attuarli. Visto che sarebbero necessari 30 o 40 miliardi di euro per aggiustare tutte le situazioni più delicate e preso atto che questi soldi non sono reperibili all'interno del bilancio, si sta pensando di aggirare il problema proponendo dei provvedimenti "a costo zero".
È il caso del Progetto Treu, dal nome del Neo Commissario alla guida dell'Inps, che vorrebbe flessibilizzare l'accesso alla previdenza offrendo ai lavoratori un prestito pensionistico. In cambio dei contributi anticipati, questi restituirebbero il dovuto allo Stato attraverso una rateizzazione da applicare alla mensilità erogata: ecco allora giustificato il termine "mini pensioni", che da un lato presentano l'indubbio vantaggio di risolvere il problema, ma dall'altro restano più che indigeste a coloro che hanno versato decenni di contributi.
Mini pensioni: idea giusta o sbagliata? I lavoratori precoci, usuranti e disagiati sono assaliti dai dubbi, mentre le posizioni restano opposte
Che sia estremamente difficile rispondere a questa domanda è evidente a tutti; alla fine forse la cosa più corretta da dire è che una vera risposta non c'è. Dai primi commenti dei nostri lettori, si evidenzia come le posizioni sono piuttosto distanti tra di loro, sebbene tutti percepiscano l'ingiustizia di fondo presente in quest'ennesima proposta. A.M. afferma in un commento su blasting news "a fronte del nulla di nulla che si è venuto a creare e che è un dato di fatto certo, io l'accetterei questa ipotesi...almeno in pensione ci andrei una volta per tutte, poiché di questo passo si rischia davvero di non arrivarci mai".
E voi cosa pensate al riguardo? Vi piace l'idea della mini-pensione? Aspettiamo le vostre risposte nei commenti e vi invitiamo a utilizzare il pulsante "segui" per conoscere il risultato del sondaggio.