È un settimana carica di notizie sul campo previdenziale quella che si sta avviando al termine. Dopo il recente via libera per i lavoratori esodati, il nuovo colpo di scena è la nomina di Tiziano Treu come Commissario e futuro Presidente dell'Inps. Scaduto il mandato di Vittorio Conti, spetterà proprio all'ex Ministro del Lavoro traghettare l'Inps dalla riforma Fornero ad una nuova progressiva stabilizzazione dei conti e alle nuove forme di previdenza contributive. Una sfida certamente ardua perché da un lato si dovranno affrontare le tante situazioni di disagio che ancora persistono in coloro che pur con età anagrafica avanzata, non riescono ad accedere alle tutele dell'Inps: si pensi a esodati, precoci, lavoratori usuranti, quota 96 e disoccupati in età avanzata.

Dall'altro lato si dovranno far combaciare i conti con la strategia attendista del Governo, che fino ad ora ha sempre rimandato la soluzione del problema a tempi migliori. La sfida è quindi di affiancare alla sostenibilità della previdenza una nuova flessibilità nell'accesso alle prestazioni.

La flessibilizzazione in uscita dal lavoro e il progetto Damiano: i piani allo studio

D'altra parte, è stato lo stesso Commissario uscente Vittorio Conti ad aver sottolineato che i legislatori dovrebbero flessibilizzare l'uscita dal lavoro, permettendo ai contribuenti di effettuare una scelta soggettiva sulla base del montante effettivamente accumulato. Proprio per questo motivo in un convegno sulla sostenibilità della previdenza tenutosi nello scorso mese, aveva affermato che: "con le varie riforme abbiamo innalzato l'età lavorativa ed è stato un successo dal punto di vista della sostenibilità finanziaria; ora si tratta di rendere il sistema più flessibile, perché non tutti i lavoratori sono uguali.

Ad esempio un minatore non può lavorare fino a 80 anni. In base alla contribuzione raggiunta si può decidere se andare avanti o meno". Tanto è vero che il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano ha più volte suggerito di offrire la pensione anticipata a tutti i lavoratori, purché si abbiano maturato 35 anni di contributi più 62 anni di età e si accetti una piccola penalizzazione sulla mensilità erogata.

Governo adotta basso profilo. Premier Renzi: "finanze sostenibili grazie alla riforma del sistema pensionistico".

Resta improbabile che un provvedimento di pensione anticipata permessa a livello universale possa arrivare con la prossima legge di stabilità 2015, anche perché il Premier Renzi ha sottolineato ieri, durante la sua visita a Londra, come siano stati proprio gli interventi passati sulle Pensioni a rendere sostenibili i conti pubblici: "le finanze italiane sono solide e sostenibili" ha dichiarato il Presidente del Consiglio "grazie alla riforma del sistema pensionistico e all'avanzo primario".

Si potrebbe obiettare che quella sostenibilità sia anche il frutto delle ingiustizie subite da tanti lavoratori disagiati e da coloro che avevano già maturato il diritto al pensionamento (come i Quota 96 della scuola, che sono rimasti bloccati sul luogo di lavoro). Ora la speranza è che il Ministro del lavoro Giuliano Poletti mantenga almeno le sue timide aperture sulla possibilità di una sanatoria per le posizioni più in difficoltà.