Resta elevato il tono delle discussioni che hanno preso il via negli ultimi giorni, dopo che l'istituto di previdenza italiano ha dato per risolto il problema dei lavoratori rimasti esodati con la Riforma Fornero nel 2011. L'evento zero corrisponde al colloquio tenutosi dai vertici dell'Inps (Tiziano Treu e Mauro Nori) presso la Commissione Lavoro al Senato della Repubblica. In quell'occasione, sono stati resi noti i dati circa le sei salvaguardie che si sono susseguite a partire dalla nascita del problema. Ricordiamo che stiamo parlando di lavoratori rimasti improvvisamente senza reddito da lavoro e al contempo senza possibilità di ottenere la pensione; insomma, una sorta di limbo estremamente prostrante, dovuto al cambiamento in corso delle regole sulla previdenza.

Ma il punto del contendere è sorto proprio in seguito alle affermazioni rilasciate dai vertici dell'istituto di previdenza, che avrebbero definito come risolto il problema degli esodati: "restano solo casi specifici". Il problema è che per molti diretti interessati così non è, perlomeno a giudicare da quanto è stato affermato sui gruppi di discussione web e nei blog dei comitati rappresentativi degli esodati.

Dal blog degli esodati: "sdegno". La reazione non si fa attendere, serve subito ulteriore salvaguardia

Com'era facilmente presumibile, non è passato molto tempo dalle dichiarazioni dell'Inps, che è arrivata la risposta dei diretti interessati. "Siamo esterrefatti del tenore di queste parole, atte a negare la realtà del dramma ancora in corso".

Secondo i dati forniti dalla stessa Inps con una risposta all'interrogazione dell'On. Gnecchi, sarebbero quasi cinquantamila le persone ancora in attesa di una tutela.È chiaro che serve un ulteriore intervento, da approvare con urgenza "nella legge di Stabilità, attualmente all'esame del Parlamento".

Capitolo Pensioni resta tema caldo, soluzione definitiva ancora lontana? 

Resta altrettanto evidente che definire il problema come "chiuso" sia stato per molte persone che vivono una situazione di disagio del tutto scorretto, anche perché ai tanti esodati andrebbero affiancati altre tipologie di lavoratori che si trovano in situazioni difficili per motivi molto simili.

Si pensi ai precoci, che non possono accedere alla pensione nonostante quattro decenni di versamenti. Oppure a chi ha svolto lavori usuranti, agli insegnanti e lavoratori ATA quota 96 della scuola e più in generale a tutti coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata, ma che non possono accedere all'Inps a causa dell'irrigidimento dei requisiti.

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