Tra le possibili misure di riforma Pensioni di Renzi, stando alle ultime notizie, potrebbero rientrare interventi per evitare la rivalutazione delle pensioni in negativo: contro il calo delle pensioni le ultimissime dalla politica parlano di diverse prese di posizione a favore di modifiche che non accettino semplicemente la rivalutazione negativa, ovvero l'abbassamento delle pensioni, ma che siano in grado di ridefinire il sistema valutativo correlato al PIL in modo che non si verifichi l'altrimenti certa svalutazione degli assegni per i pensionati.

Prima di vedere le ultime notizie sulla riforma pensioni del Governo di Matteo Renzi e i possibili interventi sulla svalutazione, ricordiamo di cosa si parla quando ci si riferisce alla rivalutazione del montante. Con l'introduzione del contributivo a partire dal '95, si è introdotta anche la rivalutazione anno per anno del montante dei lavoratori in base alla media della variazione del PIL italiano nei cinque anni precedenti. Ora il problema è che la crisi economica ha ovviamente avuto effetti anche su questo meccanismo, e se dal 2010 si è andati sotto il 2% per la prima volta, quest'anno addirittura si è giunti a quota -0,1927%, ovvero nella paradossale situazione che la rivalutazione della pensione diventa negativa.

Ed ecco che si pensa a interventi di riforma pensioni del Governo Renzi per il 2015 volti a evitare l'abbassamento decretato dall'attuale sistema. Il viceministro dell'economia Morando ha dichiarato: "è ragionevole intervenire per impedire la svalutazione delle pensioni cambiando le regole del gioco", precisando tuttavia che occorre cautela, che occorre mantenere la stabilità dei conti.

Dal canto suo il sottosegretario all'Economia Baretta ha affermato: "va neutralizzato ogni effetto negativo sulle future pensioni dovuto al periodo di recessione. Non va dimenticato che il sistema contributivo si basa su un pilastro: la pensione deve corrispondere a quello che ciascuno ha versato".

Tra i possibili interventi di riforma pensioni di Renzi per il 2015, secondo le ultime notizie, si valutano diverse ipotesi, il sempre pronto Cesare Damiano ha già presentato insieme a Maria Luisa Gnecchi una proposta di legge volta a prendere in considerazione, in caso di PIL negativo per due anni consecutivi, i cinque anni precedenti alla decrescita del PIL per la rivalutazione del montante accumulato e quindi per gli assegni delle pensioni.

Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe anche l'idea di allargare il periodo di considerazione per la determinazione della rivalutazione delle pensioni, portando lo stesso dagli attuali cinque anni a sette o anche a dieci anni. La questione relativa alle possibili misure di riforma pensioni dedicate alla rivalutazione degli assegni può essere sintetizzata, quindi, nella possibilità di accettare oppure no una rivalutazione negativa; nel caso si voglia, come si spera si farà, procedere a evitare l'abbassamento delle pensioni, si potrebbe verosimilmente optare per soluzioni che garantiscano un tasso di rivalutazione non positivo ma nullo. Il dibattito è al momento molto caldo: non mancheremo di pubblicare ulteriori aggiornamenti non appena saranno disponibili ulteriori notizie e informazioni sull'argomento.

Rimandiamo a un nostro recente articolo chi volesse conoscere gli ultimi sviluppi in merito alla possibile abolizione della Legge Fornero con nuove prospettive per la pensione anticipata nel corso del 2015.