La scuola mobilitata nel mese di dicembre perché la Legge di Stabilità continua a tagliare ancora una volta l'istruzione e il lavoro pubblico che è diventato l'unico deterrente usato come scusa per rimediare alla crisi, da anni ormai, senza toccare i veri sprechi del Paese. Il pubblico impiego sciopera il 1° dicembre in un'agitazione promossa da Gilda, Cisl, Snals, mentre il 12 toccherà a Flc Cgl e Uil; chi sciopera si ritroverà senza retribuzione ma non ci sarà nessuna interruzione del servizio. Non solo la Scuola aderisce allo sciopero oggi, ma sono in agitazione anche comparti della sicurezza e la sanità.
Tra le cause dello sciopero i tagli della legge di Stabilità che anziché essere una spending review quest'anno è solo un guazzabuglio di tagli alla scuola, la Riforma delle PA, il blocco dei contratti e gli scatti. I tagli della scuola in legge di stabilità riguardano l'organico del Miur, l'indennità del personale docente all'estero, gli esoneri e semiesoneri per i collaboratori del dirigente eliminati, tagli al personale comandato della scuola, alle supplenze ATA e docenti, nonché ad organico ATA e l'eliminazione del coordinatore provinciale pratica sportiva, oltre al blocco del contratto fino al 2015 e agli scatti secondo il merito e non più per anzianità.
Dove è finita la spending review, il taglio promesso nella legge di stabilità triennale 2015-2017?
Renzi aveva dato per certo un taglio di spese per 16 miliardi, poi scese a 13 ora per il 2015 soli 5 e per il 2016 niente riduzioni. Cottarelli, l'esperto incaricato per studiare dove andava ritoccata la macchina statale è stato rispedito a Washington ma prima di andarsene aveva fatto il suo lavoro realizzando uno studio sulle società partecipate dagli enti locali, che sono 7.700, con mezzo milione di dipendenti, che hanno deficit ufficiale che sfiorano i 2 miliardi e un deficit occulto di quasi 18 miliardi coperto con sovvenzioni degli enti locali.
Renzi ha perso la forbice che doveva usare per i tagli, ha scritto qualcuno, solo per citarne alcuni possibili noti a tutti senza scomodare grandi studiosi:
- pensioni d'oro che hanno un costo annuo di 213 milioni, tra cui si nascondono anche vitalizi scandalosi. Per maturare il privilegio bastano 30 mesi, fino al '92 era sufficiente anche un solo giorno di permanenza in carica e se nel frattempo sono morti ci sono gli eredi a percepirla;
- le spese pazze del palazzo per pagare spese di tutti i tipi ai parlamentari e rimborsarli in caso di viaggi cene e quant'altro speso nell'esercizio della funzione (presumibilmente);
- sprechi per rimborsi, collaborazioni e consulenze che riguardano le Regioni;
- i tagli agli stipendi dei manager.
Ovviamente le spese sono tante e ben note e la Legge di Stabilità che doveva essere un modo per punire queste assurde spese pazze dello Stato è divenuta un modo come un altro per colpire il pubblico impiego, creando nuovi disoccupati o bloccando il contratto e riducendo gli scatti a dei fortunati che non si sa bene come verranno scelti e da chi, senza fare nessuna di quelle misure che prima delle Europee si prospettava. Il governo ha chiaramente fatto capire che non ci sono alternative a Renzi, intanto si continua a vedere la vecchia Politica con una novità: si fa qualcosa ma non abbastanza, un dejà vù.