Draghi, dalla Banca Centrale Europea, ha teso una mano alle economie deboli di alcuni Paesi, Italia compresa; l'Unione Europea sta dimostrando una maggiore flessibilità nei confronti di quegli Stati membri che richiedono minore rigore e maggiore apertura verso le "sofferenze"; sul versante interno, italiano nella fattispecie, viene confermata la volontà di forze politiche e sociali di intervenire per modificare lo Stato sociale con scelte condivise. Insomma, pare che vi siano tutti gli ingredienti per dare un impulso decisivo sia all'economia da troppo tempo stagnante, sia al drammatico problema della disoccupazione, in particolare giovanile, sia per la revisione del sistema previdenziale che ora poggia le sue fondamenta sulla legge Fornero del dicembre 2011.

Il tema delle Pensioni, come si sa, tiene sulle corda tutti: governo, partiti, istituzioni, singoli esponenti politici. Il ministro all'Economia Padoan, è stato fino ad oggi irremovibile su modifiche delle norme della legge Fornero. 81 miliardi di risparmi fino al 2021 sono un boccone troppo ghiotto da potersi lasciar sfuggire. Oggi, però, all'indomani della bocciatura del referendum abrogativo della legge Fornero, tutti ritornano alla carica. Tutti chiedono maggiore flessibilità, meno rigidità. Lo stesso Ministro Poletti, chiamato in causa, fa sapere che sta lavorando ad una possibile revisione dei requisiti pensionistici che aumenteranno dal prossimo gennaio 2016, per adeguamento all'aspettativa di vita Istat, in base alle categorie di lavoratori.

Ma cosa frena ancora una soluzione rapida e condivisa?

Propria la nomina del bocconiano prof Tito Boeri alla presidenza dell'Inps. Sembrerebbe un assurdo. Ma pare che le cose siano proprio così. Alcuni parlamentari, nonostante la grande preparazione e conoscenza degli aspetti previdenziali, non lo vorrebbero alla guida del nostro maggiore istituto previdenziale.

Ma come? Perché? Assurdamente a causa dei suoi annunciati interventi, non quelli di una maggiore flessibilità, non quelli riferiti alle modifiche necessarie alla legge Fornero, ma quelli che puntano ad un ricalcolo contributivo per tutti che andrebbe a colpire soprattutto le pensioni più alte. Una proposta che viene osteggiata proprio dai parlamentari, motivo per cui non vedrebbero di buon occhio ratificargli la nomina quale Presidente dell'Inps e pertanto starebbero tramando per evitarne l'ufficializzazione.