La riforma delle Pensioni, così come tanti altri argomenti della vita economica e politica italiana, necessita di una profonda revisione per l'enorme caos legislativo esistente e per le migliaia di contraddizioni che frenano un assetto ragionato della spesa pubblica italiana. Ad una riforma delle pensioni che introduca elementi di flessibilità si dimostrano favorevoli un po' tutti, da Cesare Damiano a Tito Boeri, passando per Yoram Gutgeld. In attesa che la Consulta si pronunci sul referendum abrogativo della Fornero si decide intanto di sfrondare la spesa attraverso i tagli alle pensioni d'oro come preannunciato dall'Inps, mentre la condizione di indigenza di una vasta platea di pensionati porta alla contraddizione di dentro/fuori con la quale si vuole sintetizzare il fenomeno dei pensionati ancora al lavoro analizzato da Francesco Patriarca in una relazione consegnata ai tecnici del Senato.

Liquidazioni provvisorie

C'è aria di tagli alle pensioni maturate col calcolo pro quota della rata contributiva, almeno se si guarda a quelle superiori ai 6200 euro al mese. Una misura ispirata ad un criterio di solidarietà porterebbe nella casse dell'Inps almeno 1 miliardo di euro. Tito Boeri ne aveva annunciato dei contributi quando dirigeva il sito lavoce@info.it. L'Inps si porta avanti col lavoro emettendo un messaggio dove specifica il criterio di liquidazione provvisorio apportato alle pensioni; le liquidazioni delle pensioni d'oro (ex Inpdap) sono da considerarsi provvisorie, come specificato nel messaggio dell'ente previdenziale nazionale che riporta il numero 211/2015. La motivazione di questa decisione risiede nei tempi tecnici occorrenti per poter attuare l'art.

1 al comma 707, legge 190/2014. Questo all'indomani dell'entrata in vigore della legge di stabilità 2015 che contiene un argine alle super pensioni erogate ai lavoratori in possesso di 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995.

Pensione e lavoro

In aumento il numero dei pensionati che rimane al lavoro dopo il collocamento a riposo.

La notizia emerge da uno studio condotto da Fabrizio Patriarca in Senato e prende in esame i dati del quinquennio 2007/2012. Secondo quanto rilevato dall'ex collaboratore di Tito Boeri de lavoce@info.it il numero complessivo di chi continua ad esercitare un'attività lavorativa sfiora i 2 milioni di pensionati. Soltanto 556 mila di loro si trova nella fascia di età compresa tra i 60 e i 64 anni per una percentuale totale del 25% del campione osservato.

Questa realtà, contrapposta ai privilegiati del sistema retributivo, è una delle storture che l'esecutivo sta cercando di eliminare attraverso lo studio di varie proposte formulate nei mesi scorsi da alcuni politici e addetti ai lavori.