Tornano ad accendersi i riflettori sulla proposta di tornare ai pensionamenti flessibili con Quota 100 lanciata negli scorsi mesi da Cesare Damiano e nuovamente portata all'attenzione dell'esecutivo con delle nuove dichiarazioni. L'idea è quella di offrire una misura di flessibilizzazione dell'accesso all'Inps che possa divenire finalmente strutturale e risolvere le tante situazioni di disagio venutesi a creare in seguito all'innalzamento dei requisiti anagrafici, così come previsto nel 2011 con la Riforma Fornero. Sono infatti ancora tante le situazioni lavorative o peggio di disoccupazione che aspettano di avere delle risposte da parte del legislatore; purtroppo le numerose salvaguardie e sanatorie che sono avvenute negli ultimi tempi hanno protetto solo una parte della platea dei pensionandi.

Purtroppo vi sono ancora tante situazioni in attesa di risposte, come quelle dei lavoratori esodati non coperti dalle attuali salvaguardie, le lavoratrici con opzione donna o i precoci e gli usuranti che non hanno i requisiti per beneficiare delle nuove sanatorie. Per tutti questi soggetti, l'estrema rigidità dell'accesso alla quiescenza sta creando una situazione di disagio sociale, mentre di fatto si sta bloccando anche il necessario ricambio generazionale, con evidenti riverberi sulla disoccupazione giovanile.

Damiano insiste per applicare Quota 100 come soluzione strutturale: nuove pressioni sui tecnici del Governo

Per rimediare finalmente alle situazioni appena descritte, il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera sta facendo pressione sul Governo Renzi ormai da diversi mesi, cercando di ottenere l'approvazione del pensionamento flessibile: "applichiamo quota 100 alle Pensioni, per fare uscire dal lavoro chi ha 60 anni di età e 40 di contributi" ha recentemente affermato lo stesso Damiano, spiegando in modo semplice il funzionamento del meccanismo di quiescenza.

Nella pratica, con questo sistema sarebbe possibile slegarsi dal vincolo anagrafico, perché di fatto la cosa importante è la somma tra età effettiva e anni di versamenti: così, si potrebbe accedere all'Inps anche con 58 anni di età e 42 anni di contribuzione, oppure con 57 anni di età e 43 di versamenti (e via dicendo). Una proposta che finora non ha convinto del tutto i tecnici del Mef e dell'esecutivo, anche se molti lavoratori si sarebbero già detti disponibili a ricalcolare almeno una parte della nuova mensilità secondo il sistema contributivo, pur di ottenere l'agognato pensionamento.

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