Resta alta l'attenzione sul delicato tema della previdenza; sono i lavoratori disagiati, gli esodati e i disoccupati in età avanzata ad essere maggiormente attenti rispetto alle ultime proposte e attività di riforma del Governo sul settore, un dato che non stupisce visto che proprio questa platea ha subito gli effetti più pesanti della legge Fornero approvata nel 2011. Mentre i lavoratori restano con il fiato sospeso in attesa del giudizio da parte della Corte Costituzionale sul referendum abrogativo portato avanti dalla Lega Nord, può essere utile fare il punto sulle tante e diverse situazioni previdenziali che stanno caratterizzando l'inizio del 2015.
Pensione anticipata per precoci ed esodati: aperture da Governo Renzi e Inps, ma resta il nodo dell'adeguamento per il 2016
Per i lavoratori precoci il 2014 si è chiuso con una notizia positiva: nella legge di stabilità 2015 è stata prevista una sanatoria riguardante l'annullamento delle penalizzazioni precedentemente poste in essere con la legge Fornero del 2011, pertanto i pensionandi precoci potranno accedere alla quiescenza con 42 anni e mezzo di contribuzione (per gli uomini) o 41 e mezzo (per le donne) senza alcun addebito sulla mensilità erogata. Ma la decisione del legislatore potrebbe avere dei riverberi interessanti anche per i lavoratori esodati che non erano riusciti ad entrare nella sesta salvaguardia, poiché alcuni pensionandi in graduatoria potrebbero scegliere proprio di uscire dalla salvaguardia per confluire nel nuovo pensionamento precoce senza penalizzazioni, liberando di fatto delle nuove posizioni.
Resta invece per entrambe le categorie il nodo dell'adeguamento alle aspettative di vita, che a partire dal 2016 aumenterà per tutti i requisiti anagrafici di quattro mensilità. Un evento che potrebbe avere un impatto negativo su di una parte della platea, anche perché la sanatoria per i precoci termina al 31 dicembre 2017.
Pensioni per i Quota 96 della scuola: attesa per la risposta del Miur sulla proposta di un nuovo conteggio
Restano invece destinati a mansioni differenti e meno onerose (secondo quanto previsto con la recente approvazione de #labuonascuola) i quota 96 dell'istruzione pubblica, insegnanti e lavoratori ATA che hanno perso l'accesso alla quiescenza nel lontano 2011 a causa di una svista nella riforma della previdenza.
Per loro l'unica alternativa di pensionamento fino ad ora è stata rappresentata dalla legge 104, ma una parte consistente della platea avrebbe già ottenuto la quiescenza tramite il raggiungimento dei nuovi requisiti di legge. Proprio per questo motivo, i lavoratori residui avrebbero chiesto al Miur di effettuare un nuovo conteggio, in modo da comprendere quale sarebbe l'entità esatta delle coperture da destinare ad un'eventuale salvaguardia.
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