Resta ancora cristallizzato al decreto su #labuonascuola il destino dei quota 96: lavoratori ATA e insegnanti che avrebbero già maturato nell'ormai lontano 2011 l'accesso alla quiescenza e che nonostante ciò, non riescono a far valere il proprio diritto. Purtroppo una svista presente all'interno della legge Fornero li ha di fatto bloccati tra i banchi della Scuola, perché l'unica soluzione che sembra essere stata trovata finora dalla politica è stata quella del rimando a mansioni differenti e meno onerose rispetto al classico insegnamento. Ma i lavoratori mal vedono questa possibilità e sembrano decisi a proseguire nella protesta, tanto che secondo quanto si può leggere nei gruppi su Facebook sarebbero pronti a unirsi alle prossime manifestazioni dei cobas portate avanti in favore dei giovani precari della scuola.

Quota 96 della scuola, dai criteri di pensionamento al conteggio dell'effettiva platea degli interessati

Stante la situazione, l'ultima mossa dei lavoratori risale all'inizio dell'anno e consisteva in una lettera indirizzata al Miur (con il Ministro dell'economia e del lavoro a leggere in copia), all'interno della quale si chiedeva di aprire un sondaggio utile al conteggio effettivo della platea Quota 96. Questo perché secondo i comitati molti lavoratori avrebbero già ottenuto il pensionamento grazie alla legge 104 o al raggiungimento dei nuovi requisiti previsti dalla Riforma Fornero, pertanto le risorse necessarie per arrivare ad una sanatoria definitiva del problema potrebbero essere minori di quanto non si sia stimato inizialmente.

Purtroppo dall'esecutivo non sono arrivati segnali positivi o di apertura in tal senso, così sembra che l'unica soluzione percorribile al momento sia quella prospettata con la riforma dell'istruzione. In alternativa, il Governo starebbe studiando dei meccanismi di flessibilizzazione nell'accesso all'Inps, che però potrebbero risultare in qualche modo penalizzanti rispetto alle modalità di quiescenza già previste in precedenza.

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