Il problema della previdenza non si pone purtroppo solo per i lavoratori in via di pensionamento o per coloro che sono rimasti bloccati a causa della riforma avvenuta nel 2011. Anche chi attualmente è all'inizio della propria carriera lavorativa deve affrontare delle gravi difficoltà per poter assolvere agli obblighi dell'Inps: ci stiamo riferendo ai lavoratori iscritti alla gestione separata, che si sono visti nuovamente aumentare le percentuali di contribuzione nel 2015 (passate dal 27,72% a 30,72%); ma non finisce qui, perché entro pochi anni l'aliquota potrebbe arrivare alla percentuale record del 33,00%.

Un livello che viene considerato da molti come insostenibile e che in alcuni casi si lega ad ulteriori inasprimenti fiscali, come quello avvenuto per gli iscritti al vecchio regime dei minimi, visto che il nuovo sistema forfettario all'interno del quale sono destinati a confluire vede il triplicare dell'aliquota sostitutiva all'Irpef (passerà dal 5% al 15%).

Sulla gestione separata Inps interviene l'On. Cesare Damiano, chiedendo di bloccare gli aumenti

Con gli aumenti appena descritti, non si fatica a credere che la situazione potrebbe diventare davvero drammatica, visto che per molti lavoratori l'unica strada percorribile sembra essere quella della cessazione definitiva dell'attività professionale.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa, sono decine di migliaia le partite iva che potrebbe essere costrette a chiudere una volta persi i benefici del vecchio regime dei minimi; per evitare che si arrivi ad una situazione tanto drastica, l'ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano è tornato nuovamente a chiedere al Governo Renzi un ripensamento sull'aumento dell'aliquota Inps.

Al contrario, il parlamentare democratico attualmente alla Presidenza della Commissione Lavoro alla Camera vorrebbe parificarla con i versamenti dovuti dai lavoratori dipendenti, portandola quindi alla soglia massima del 24%. D'altra parte, lo stesso Premier Matteo Renzi aveva spiegato ad inizio anno di voler intervenire per salvaguardare i lavoratori più giovani dalla chiusura, pertanto si spera in un intervento che possa prendere forma già attraverso un emendamento al decreto milleproroghe.

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