Le ultime notiziesulla Riforma Pensioni 2015 potrebbero aprire scenari interessanti per ilavoratori italiani: se passasse il referendumabrogativo della Legge Fornero proposto dalla Lega Nord tornerebbe la pensionedi anzianità a 61 anni e 3 mesi in luogo della pensione anticipata di più recente introduzione. Lo scenario èchiaramente del tutto ipotetico ma un dato certo c’è: mercoledì 14 gennaio la Consulta dovrà pronunciarsi sullaconsultazione referendaria indetta dal Carroccio. Se la camera di consigliodella Corte Costituzionale dovesse avere esito positivo, gli italiani sarebberochiamati alle urne con ogni probabilità in primavera.
L’esito di una tornataelettorale è sempre incerto anche se la popolarità della Riforma Pensioni Fornero è così bassa che non è da escludersi unaperentoria vittoria del si.
Riforma Pensioni2015, referendum abrogativo Legge Fornero: se passa pensione di anzianità a 61anni e 3 mesi
Tornare indietro nel tempo al 2011 avrebbe non pochivantaggi per i lavoratori: costoro potrebbero andare in pensione nel 2015 a 61 anni e 3 mesi come prevedeva lavecchia legge. Come osservato da PensioniOggi, infatti, tutto tornerebbe come era prima che intervenisse il governoMonti. C’è dell’altro: l’abrogazione sancita dal referendum abolirebbe il sistema contributivo che dal 2012 èvigente per tutti, incrementando così gli assegni di coloro i quali fino al2011 godevano del sistema retributivo,più “generoso” in quanto a trattamenti pensionistici.
Riforma Pensioni2015, pensione di vecchiaia: se passa referendum cala età pensionabile
Un successo della consultazione inciderebbe anche sulla pensione di vecchiaia, oggi fissata a66 anni e 3 mesi e destinata a spostarsi nel tempo visto l’aumento dell’età pensionabile che scatterà dal 2016. L’abrogazioneporterebbe l’asticella a 65 anni e 3 mesi per uomini e donne lavoratrici nellapubblica amministrazione mentre le donne del settore privato lascerebbero illavoro a partire da 60 anni e 6 mesi.
Insomma, si tratta solo di scenarifuturibili ma che bastano a mettere sull’attenti il governo Renzi: se vuole evitare la consultazione popolare, l’esecutivodeve intervenire restituendo equità e sostenibilità al sistema previdenziale.
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