Sta per giungere al traguardo il contratto a tutele crescenti con la conferma delle nuove regolamentazioni sui licenziamenti collettivi. Per quanto riguarda invece il riordino dei contratti c'è la possibilità che si possa optare per uno schema di decreto legislativo contenente circa una quindicina di articoli. Tra questi ci sarà anche la riforma dell'articolo 13 dello statuto dei lavoratori. A dare queste conferme è Il Sole 24 Ore che fornisce tutte le novità prima del Consiglio dei Ministri. Quest'ultimo proprio oggi dà il via libera ai decreti legislativi riguardanti i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti e anche il via libera all'ammortizzatore sociale Naspi.

Le nuove regole per i lavoratori

Nel nuovo modello esiste una regola generale che determina le condizioni risarcitorie in caso di licenziamento illegittimo. In primis colui che viene licenziato ingiustamente ha il diritto a ricevere un indennizzo quantificato a livello monetario. Questo cresce in base all'anzianità di servizio ed il tetto è a 24 mensilità. Per quanto riguarda invece il reintegro, esso resta valido solo per i licenziamenti nulli, discriminatori oppure disciplinari. Per quanto riguarda i licenziamenti collettivi già il Pd con l'appoggio del Sel e del Movimento 5 stelle aveva chiesto di escluderlo dalla nuova regolamentazione per mantenere così la reintegra in caso di violazione dei criteri di scelta del lavoratore da licenziare. Renzi però, tranne variazioni dell'ultima ora, ha deciso di presentare in modello senza altri cambiamenti.

Il Pd non demorde e insiste sulle modifiche e sulla separazione dei licenziamenti. Sul tavolo del Consiglio arriva anche la questione sul riordino dei contratti. Per quanto riguarda le collaborazioni è stato inserito un modello subordinato secondo cui le mansioni debbano essere svolte con criteri gerarchichi e secondo un orario definito dal committente. Nel progetto sopravvivono però sia le partite Iva e sia le collaborazioni autonome. Per quanto riguarda l'apprendistato, sulla base del modello duale tedesco, si unifica il primo e terzo livello. Non ci sono novità per i contratti a termine.

Il parere delle imprese

I licenziamenti collettivi per definizione sono licenziamenti economici e dunque per il presidente di Federmeccanica devono rimanere inseriti nei contratti a tutele crescenti. Secondo lo stesso presidente, una divisione tra licenziamenti collettivi e individuali non è mai stata operata in nessun Paese e farla in Italia farebbe perdere credibilità alla riforma.