Superata la metà di febbraio sembra ancora lontano l'arrivo di una possibile soluzione strutturale alle tante situazioni di disagio che sono rimaste irrisolte riguardo il capitolo della previdenza, tanto che le tensioni sembrano salire non solo nel comparto pubblico, ma anche in quello privato. È infatti di questa settimana l'intervento del Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, che sottolinea l'importanza di "intervenire sui diritti acquisiti in materia previdenziale con grande equilibrio e nel rispetto di imprescindibili criteri di equità e solidarietà sociale".

Focus della situazione previdenziale, resta sostenibilità della previdenza 

La questione non preoccupa solo le persone che non riescono ad accedere alla quiescenza pubblica, come lavoratori esodati, precoci, persone che hanno svolto impieghi usuranti o disoccupati in età avanzata. Alle già note situazioni di difficoltà del pubblico, per le quali si chiede ormai da anni l'approvazione di uno strumento utile ad offrire una forma di pensione anticipata, si stanno affiancando i limiti della previdenza privata. Le Casse professionali sperimentano infatti una "sproporzione tra entrate e uscite" sottolinea il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, che ha ripreso l'appello portato avanti dal Presidente della Cassa dei ragionieri Luigi Pagliuca, che ribadisce come "occorre intervenire sui diritti acquisiti".

Fondi pensione: Agenzia delle Entrate recepisce l'aumento dell'imposizione sulle rendite

Nel frattempo la politica sembra agire con principi e logiche non sempre lineari: risale infatti appena allo scorso 13 febbraio la circolare 2/E con la quale l'Agenzia delle Entrate ha recepito quanto previsto all'interno della Legge di stabilità 2015, in merito all'aumento dell'imposizione fiscale sui fondi pensione privati.

Di fatto si va ad aumentare l'aliquota impositiva sui redditi dei suddetti portandola al 20% (resta però agevolata in relazione agli investimenti che prevedono l'acquisto di debito pubblico italiano). Una mossa che però viene vista dagli stessi gestori dei fondi come poco opportuna in un momento nel quale la previdenza complementare stenta a decollare massicciamente, mentre l'Inps con il nuovo ricalcolo contributivo delle mensilità previsto con la legge Fornero del 2011 si appresterà a versare ai propri iscritti mensilità sempre più basse.

La contraddizione resta pertanto evidente, anche perché con le dinamiche socio demografiche che caratterizzeranno il Bel Paese nei prossimi decenni, la previdenza integrativa resta una delle soluzioni più dirette e immediata da seguire per offrire sostenibilità e resilienza al sistema.

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