L'analisi dei dati dell'Inps effettuato con il Bilancio Preventivo 2015 parlano ancora una volta di un'istituto di previdenza in rosso, nonostante le gravi misure decise dalla riforma Fornero e il miglioramento rispetto al trend del 2014. È questo purtroppo il dato di fatto sulla nostra attuale situazione previdenziale, un presupposto che chiaramente deve essere tenuto in considerazione quando si parla di flessibilizzare il sistema delle pensioni, visto che i conti pubblici devono restare perlomeno a parità di saldo. Se da un alto si conferma "la tenuta dei conti del sistema previdenziale italiano" sostiene il Comitato di Vigilanza, "non si possono ritenere esauriti i necessari interventi strutturali".

Dall'altro lato, un grande aiuto potrebbe arrivare dalla ripresa dell'economia, visto che in tale evenienza l'impatto migliorativo sui conti dell'Inps sarebbe notevole.

Riforma pensioni e sistema di flessibilizzazione: ai lavoratori piace la Quota 100, ma i conti tornano con il contributivo?

Stante la situazione, appare evidente che le soluzioni al vaglio dell'esecutivo e dell'Inps sono tutte rivolte a cercare la "quadra" con i conti in rosso del nostro istituto di previdenza che si prevedono anche per l'anno in corso. Tito Boeri, nei propri editoriali precedenti alla sua nomina, aveva rivolto l'attenzione alla grande sperequazione esistente nel sistema sia dal punto di vista verticale (ovvero tra generazioni) che orizzontale (ovvero tra contributi versati e Pensioni erogate).

È quindi probabile che per poter offrire la pensione anticipata l'esecutivo e il nuovo Presidente Inps ipotizzino il ricorso al ricalcolo contributivo, come ad esempio avviene già oggi per l'anticipata delle lavoratrici con opzione donna, magari preservando dei minimi utili al sostegno sociale. Resta invece molto apprezzata dai lavoratori la pensione anticipata con Quota 100, proposta a più scadenza dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano e fino ad ora mai accolta dal Governo Renzi.

Nella pratica, si tratterebbe di mandare i lavoratori in pensione unendo gli anni di contribuzione con quelli anagrafici. Vi sono poi altre proposte intermedie come il prestito pensionistico e le mini pensioni, che però al momento non sembrano avere trovato il favore dei pensionandi.

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