Il 2015 indubbiamente potrebbe essere il vero anno di svolta per quello che concerne tre vertenze di fondamentale importanza. Queste sono quelle concernenti i lavoratori precoci, i lavori usuranti e la cosiddetta opzione donna. Sicuramente un ruolo fondamentale nella risoluzione di queste 3 questioni avrà il governo in carica ed in particolare il premier Matteo Renzi. Il quale in questo 2015 sembra molto attivo per quello che riguarda il fronte relativo all'auspicata riforma della previdenza italiana. Riforma auspicata da molti al fine in particolare di rendere maggiormente flessibile in uscita la legge Fornero del 2011.

Infatti grazie ai molteplici incontri tenuti dal Presidente del Consiglio con Angela Merkel e con i vari rappresentanti dell'Unione Europea che hanno voce in capitolo, l'Italia ha avuto l'ok alla riforma purché essa non comprometta gli equilibri economici del nostro Paese garantendo il mantenimento delle soglie di spesa prefissate.

In tal senso un ruolo fondamentale indubbiamente svolgerà il nuovo presidente dell'Inps Tito Boeri. Egli infatti avrà il compito di mettere in atto una serie di espedienti col fine di trovare i fondi necessari per attuare la riforma ed in particolare per quello che concerne le questioni relative all'opzione donna, ai lavoratori precoci e anche ai lavori usuranti.

Del resto lo stesso Boeri da poco ha fatto sapere di voler tassare maggiormente le Pensioni sopra i 3 mila euro mensili. Da tale manovra dovrebbe arrivare per le casse dello Stato una vera e propria boccata d'ossigeno pari a 4 miliardi di euro. Al momento una delle soluzioni maggiormente auspicate e probabili in relazione alla riforma delle pensioni è quella della cosiddetta "Quota 100" proposta da Cesare Damiano Presidente della commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati.

Molto in voga anche quella che prevede l'uscita a 62 anni con 35 di contributi. Infine vi è anche una terza proposta che sicuramente sarebbe perfetta per risolvere le questioni dei lavoratori precoci e dei lavori usuranti e cioè quella che prevede la pensione dopo 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Questo senza dimenticare la questione relativa all'opzione donna con circa 7 mila lavoratrici che sono in attesa di sapere se potranno andare in pensione a 57 o 58 anni più 35 di contributi. Anche questo dipenderà dalle decisioni in merito di Matteo Renzi e del presidente Inps Tito Boeri che hanno promesso di occuparsi al più presto della questione.