Job Act, Riforma del Senato e Riforma della Rai
Ma si sa che il fuoco della discussione è la legge sul lavoro. Più che analizzare le nuove regole la Camusso tenta piuttosto di illustrare che manca il fondamento alla legge sul lavoro, accusa che non c'è una chiara visione del lavoro e a suo avviso lo dimostra l'assenza di vincoli alle tipologie dei contratti. Chiaro che il governo non ha ancora deciso da che parte stare, anche se emerge una tendenza a servire l'area imprenditoriale. Camusso vuole lanciare la sfida a ripensare il lavoro innanzitutto come valore. Solo così si possono correggere situazioni devianti, i lavoratori "fantasma" come Formigli definisce situazioni lavorative sommerse. E una discussione sul lavoro riguarda anche l'ala imprenditoriale. Solo se si ha chiara l'idea di lavoro, l'azienda avrà a cuore anche la formazione del dipendente e investirà sulla qualità piuttosto che ostinarsi in una gestione di mera riduzione dei costi.
Resta fermo che non si è fatta chiarezza nel prisma dei contratti e critica l'iter del job act, fatto passare per la corsia d'emergenza mentre il governo accetta di far fare la coda al ddl anticorruzione. Il governo non può veramente cambiare se non affronta il nodo corruzione, visto che questa rode anche il mondo del lavoro. Condivide il principio dell'abolizione del Senato per il superamento del bicameralismo. Ma anche quella del Senato è una riforma pasticciata perché non riequilibra adeguatamente il rapporto tra i poteri. E pure la riforma della Rai è bifronte: si propone di epurare le sedi di comando dai partiti ma poi sono gli stessi che devono nominare i membri. Viene di nuovo negato il ruolo di terzietà.
Commento su Landini
Quella di Landini è stata un'operazione che ha mostrato la grande voglia di partecipazione, interpreta l'intervistata. Da un lato c'è un governo che sta realizzando una "liquefazione della partecipazione" dall'altra parte la piazza risponde con la richiesta di una partecipazione diversa. Ma più volte Formigli cerca di indurre la sua ospite a rendere conto del suo freddo bacio a Landini, il mancato discorso in piazza e la presenza defilata nella manifestazione. "Con Maurizio passiamo la vita a discutere. Il problema non è dare messaggi ma confrontarsi". La paura della sindacalista è che si lancino messaggi ambigui per cui i lavoratori sentirebbero che nessuno si carica più i loro problemi. Non bisogna prendere "scorciatoie", la sola strada che il sindacato deve battere è quella della contrattazione. E se ha fallito non rastrellando in piazza un milione di lavoratori come riuscì a Cofferati è dovuto a situazioni contingenti, come la crisi, il fatto che al governo ci sia una coalizione che almeno nominalmente è di sinistra. Allora c'era la prospettiva di un movimento che sarebbe andato oltre il sindacato.