Continua il dibattito connesso a pensioni lavoratori precoci e opzione donna: gli ultimi aggiornamenti ruotano attorno alla polemica frontale che vede ormai contrapposti il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano al Premier Renzi e all'Inps di Boeri, rei di non riuscire ad imprimere quell'inversione di rotta concettuale che servirebbe per portare finalmente in porto la riforma della previdenza. Nessuna manovra sarà comunque possibile senza l'ok dell'UE, che sembra aver imposto agli enti di governo italiani di abbandonare l'ipotesi di configurare la Quota 100 perché troppo onerosa da un punto di vista economico.
Focalizzandoci sul solo caso opzione donna appare invece significativo il combinato disposto delle dichiarazioni rilasciate da Tito Boeri, che ha rigettato l'ipotesi di configurare un istituto gemello per i lavoratori di sesso maschile, la cosiddetta opzione uomo, dato che un simile provvedimento nell'immediato richiederebbe lo stanziamento di ingenti risorse. Il discorso rovesciato può essere applicato anche alla stessa opzione donna, che da un lato porterebbe lo Stato a spendere denaro nell'immediato ma dall'altro lo condurrebbe a sicuri e lauti risparmi sul lungo periodo. Il problema è che in più di un'occasione i vertici del nostro esecutivo hanno mostrato di attenzionare solo l'ottica di breve periodo relegando in fondo ad un cassetto la possibilità di adottare una prospettiva più ampia.
Tradotto, la class action contro l'INPS diventa sempre più 'decisiva' in considerazione di un corpus di leader politici che ragionano in modi quanto meno poco lungimiranti.
Pensioni lavoratori precoci e opzione donna: Damiano vs Renzi e INPS, Quota 100 in standby, è l'UE ad imporlo
Parlando di pensioni lavoratori precoci e opzione donna appare interessante il contenuto di alcune dichiarazioni rilasciate da Cesare Damiano, che intervistato dall'ANSA si è scagliato contro Boeri, presidente INPS, e Poletti, ministro del lavoro del governo Renzi: 'Se il ministro del lavoro Poletti e il presidente dell'INPS Boeri intendono riformare il sistema pensionistico nel segno dell'equità, prima di pensare ad una tosatura indifferenziata di coloro che sono andati in pensione con il calcolo retributivo, sarebbe opportuno approfondire alcuni dati del risultato d'esercizio del 2013 […] Esaminando le cifre si ricava che nel 2013 il fondo dei lavoratori dipendenti ha un attivo di 4 miliardi e 474 milioni e quello dei dirigenti d'azienda un passivo di 3 miliardi e 812 milioni. Forse bisognerebbe partire da queste cifre per non correre il rischio di spremere ancora una volta i soliti noti'. Damiano vorrebbe riformare i requisiti di accesso a pensione anticipata e prepensionamento - provvedimenti che si rivelerebbero vitali in ottica Pensioni lavoratori precoci - ma gli vengono continuamente contestati problemi di natura economica che forse, come suggerito dallo stesso Damiano, potrebbero essere risolti tramite ricerche maggiormente mirate.Passando dal caso pensioni lavoratori precoci all'opzione donna appare interessante il contributo offerto da Boeri, che dicendo no all'ipotesi di configurare un opzione uomo ha simmetricamente fornito un indizio sul pensiero del governo in merito all'opzione donna. L'idea, nemmeno tanto nascosta, è quella di non cimentarsi in esborsi immediati neanche se dovessero portare a sensibili risparmi futuri. La class action diventa dunque sempre più importante. Continuate a seguirci, a breve vi forniremo un'intervista esclusiva realizzata all'avvocato Maestri proprio sul tema della class action indirizzata dal comitato opzione donna contro l'INPS.