Sulle modifiche alla legge Fornero verso una riforma Pensioni che introduca nuove forme di flessibilità in uscita dal lavoro per la pensione anticipata il "problema", l'ostacolo da superare, non è il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il "problema, casomai, è Renzi". Lo ha detto chiaramente, senza tanti giri di parole, Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera ed esponente della minoranza del Pd, in un'intervista pubblicata oggi su Il Garantista diretto da Piero Sansonetti, in cui fa il punto sul ddl per la pensione anticipata a 62 anni che riprenderà il suo cammino a Montecitorio martedì prossimo 17 marzo.

Riforma pensioni, Damiano avverte Renzi: 'Siamo positivi ma anche combattivi'

"La nostra proposta è basata sulla logica - ha detto Damiano sintetizzando il ddl di cui è primo firmatario - che chi va in pensione prima paga pegno e avrà penalizzazioni economiche". Il ddl Damiano più altri, infatti, prevede delle penalità decrescenti (dall'8% al 2 %) per chi sceglie il pensionamento anticipato a partire da 62 anni a 65anni, nessuna penalizzazione per chi va in pensione a 66 anni e maggiorazioni progressive per chi va in pensione dai 67 ai 70 anni. L'obiettivo è quello di mandare in pensione i sessantenni penalizzati dalla legge Fornero e creare nuove opportunità di lavoro per i giovani che comunque, visto l'andazzo, avranno problemi in futuro per l'accesso a trattamenti previdenziali adeguati.

"Il problema dei giovani non sta nella quantità di contributi - ha spiegato Damiano - ma sul fatto di versarli in modo continuativo, senza buchi legati ai licenziamenti o ai contratti a termine. E qui - ha sottolineato l'ex ministro del Lavoro - che bisogna intervenire per garantire una pensione più dignitosa".

Pensione anticipata 2015, il 17 marzo a Montecitorio riprende l'esame del ddl flessibilità

"Martedì in Commissione - ha ricordato Damiano - riprendiamo la discussione". All'ordine del giorno il ddl che prevede nuove "Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico".

"Ne è a conoscenza sia il ministro Poletti sia il presidente dell'Inps Boeri (che saranno convocati, ndr). Il problema, casomai, è che Renzi si renda conto che bisogna mettere mano al sistema pensionistico. Riuscirà l'Area Riformista del Pd che fa riferimento a Pierluigi Bersani a convincere il premier/segretario? "Noi siamo nel Pd - ha detto Damiano - e la parola scissione non ci appartiene. Siamo positivi - ha aggiunto -ma anche combattivi. Sul Jobs act ma anche sulla legge costituzionale e quella elettorale - ha spiegato - abbiamo cambiato le misure del governo, anche se non abbiamo ottenuto tutto quello che volevamo". Adesso, dunque, si apre lo scontro sulla riforma pensioni 2015.