"Esistono alcune proposte del PD sulla introduzione della flessibilità nel sistema previdenziale, su quota 100 e sulle Pensioni delle donne, che saranno oggetti di discussione nella Commissione lavoro alla Camera": sono le parole del Presidente Cesare Damiano al riguardo della situazione di stallo vissuta dalle lavoratrici che vorrebbero ottenere la pensione anticipata tramite l'opzione donna, accettando in cambio un ricalcolo della propria mensilità secondo i principi del sistema contributivo. Un'idea che risultava più che legittima fino allo scorso anno, mentre con l'inizio del 2015 è stata messa in discussione dall'Inps, che ha inizialmente interpretato come chiusa questa finestra, mentre in un secondo tempo ha accettato di protocollare le domande, ma senza avvallarle.
Al momento l'istituto di previdenza pubblico resta ufficialmente in attesa del parere definitivo da parte del Governo, ma negli scorsi mesi sembra che i tecnici addetti al reperimento delle coperture di bilancio abbiano dato un giudizio negativo sulla questione.
Pensione anticipata con l'opzione donna, ultime ore per aderire alla class action
Stante la situazione, sembra che la vicenda sia destinata a restare irrisolta ancora per diverso tempo. Proprio per questo, le lavoratrici sarebbero pronte a iniziare una class action nei confronti dell'Inps: tra pochi giorni si chiuderanno infatti i termini per l'adesione, visto che la scadenza è fissata per il 15/03/2015. L'idea portata avanti dai Comitati consiste nel depositare un ricorso presso il Tar del Lazio, al fine di consentire alle aderenti di ottenere la pensione anticipata con 57 anni di età e 35 di versamenti (59 anni nel caso in cui si tratti di lavoratrici autonome).
Se il ricorso al Tar rispetterà i tempi indicati dal Comitato, sarà possibile attendersi un primo pronunciamento del Tribunale già a partire dall'inizio della prossima estate.
Lavoratori Quota 96 scuola: insegnanti e ATA delusi dopo le ultime indicazioni del Governo
Sembra invece destinata a restare irrisolta la questione dei Quota 96 della Scuola: ricordiamo che stiamo parlando di insegnanti e lavoratori ATA che dovevano ottenere la pensione con 35 anni di versamenti e 61 anni di età, oppure in alternativa con 36 anni di contribuzione e 60 anni di età.
Purtroppo la quiescenza è saltata a causa di una svista presente nella legge Fornero. Secondo quanto previsto dall'esecutivo, l'unica soluzione attualmente disponibile per questi soggetti è il rimando a mansioni meno faticose, in attesa che vengano maturati i nuovi requisiti di pensionamento. Ma tra i diretti interessati resta elevata la delusione per la vicenda, così come si può evincere facilmente dai commenti rilasciati sui gruppi dei comitati Q96 presenti all'interno dei social network.
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