Mentre in Italia prosegue senza sosta il dibattito in merito alla questione previdenziale, altrove, nel bene o nel male, si fanno i fatti. Stiamo parlando della Gran Bretagna, dove il primo ministro David Cameron ha dato via libera ad una storica riforma del comparto pensionistico nazionale. Chiunque lo desideri, appena compiuti 55 anni, potrà infatti decidere di ritirare tutti i contributi versati in un sol colpo, denaro che sarà poi responsabilità del lavoratore di turno gestire e utilizzare nei modi ritenuti più opportuni. Un sistema certo interessante ma anche molto rischioso, che in Italia potrebbe fare al caso di alcune categorie lavorative che all'età di 55 anni hanno già alle spalle una lunghissima carriera lavorativa e dunque pluriennali versamenti di contributi.

Pensiamo ad esempio al caso pensioni lavoratori precoci che tanto sta facendo discutere per via del fatto che il governo Renzi stenta a proporre delle forme di prepensionamento specifiche per la categoria: se a questi lavoratori venisse data la possibilità di ritirare tutto il montante contributivo versato appena compiuti 55 anni la sfrutterebbero? Il sistema studiato da Cameron presenta comunque più di una falla, vediamo quale.

Pensioni lavoratori precoci e prepensionamento, uscita a 55 anni? Renzi e il modello GB - Riforma Cameron troppo rischiosa per l'Italia?

Come accennato in apertura, parlando di pensioni lavoratori precoci e prepensionamento non possiamo che certificare la fase di stallo cui pare giunto il governo Renzi. A breve dovrebbe iniziare l'analisi del ddl Damiano depositato alla Camera, provvedimento che certo fa sperare la categoria ma che al momento pare non rappresentare più una chance concreta data la previsione di una Quota 100 subordinata al raggiungimento dei 62 anni di età. E mentre Salvini della Lega Nord propone una rivoluzionaria riforma della previdenza che preveda l'erogazione di 1000 euro al mese a tutti i lavoratori per 14 mesi a prescindere dall'età anagrafica di riferimento, dalla Gran Bretagna arriva uno storico provvedimento a firma Cameron. Il leader dei conservatori ha infatti concesso a tutti i lavoratori d'oltre Manica la possibilità di ritirare il montante dei contributi versati durante la propria attività lavorativa a patto che si siano raggiunti i 55 anni di età: un quarto della somma sarà esentasse, il resto sarà sottoposto alla tassazione ordinaria fissata al 40%. In poche parole, su 200mila sterline 50mila saranno incassate al netto, sulle altre 150mila ci sarà da pagare 53mila sterline di imposte.



Esulando dal solo caso pensioni lavoratori precoci e mettendo per un attimo da parte le proposte su quote e prepensionamenti flessibili che ogni giorno in Italia piovono dal cielo, il sistema configurato da Cameron appare interessante ma anche pericoloso. E se tutti decidessero di ritirare immediatamente il proprio montante che ne sarebbe della sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale britannico? Un ulteriore aspetto è poi legato ai singoli lavoratori, che con un simile tesoretto a disposizione potrebbero essere portati a spendere in modo scriteriato rimanendo scoperti e senza risorse per l'età avanzata. Al di là di tutto sarebbe una loro scelta: il provvedimento Cameron piace perché finalmente i lavoratori possono decidere che cosa fare dei soldi versati in contributi, quando ritirarli e secondo quali modalità (importi, tempistiche e simili). Adesso vorremmo coinvolgervi nella nostra analisi chiedendovi se apprezzereste o meno una simile misura portata avanti dal governo Renzi in Italia: ritirereste tutti i contributi versati una volta compiuti 55 anni? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto!