Resta ancora molto acceso il dibattito sul tema della riforma previdenziale, con i tanti lavoratori in stato di disagio che si trovano ormai disorientati tra le moltissime proposte di flessibilizzazione in arrivo dalla politica. Vi è da sottolineare come la platea dei potenziali beneficiari di un possibile intervento rimane vasta: dagli esodati e dai precoci non salvaguardati a chi è rimasto disoccupato in età avanzata, fino ai lavoratori della scuola che avrebbero dovuto ottenere la quiescenza con la quota 96. Per non parlare dei tanti giovani che si sono visti tagliare fuori dal mercato del lavoro a causa del blocco del turn over.

D'altra parte, le salvaguardie susseguitesi fino ad oggi non sembrano essere state sufficienti per poter andare incontro alle esigenze dei cittadini, che si sono trovati non solo a fronteggiare un indietreggiamento del welfare, ma anche una delle peggiori crisi economiche mai sperimentate durante la storia del nostro Paese.

Riforma pensioni: Damiano chiede un nuovo intervento nei confronti dei lavoratori disagiati

"Io sono molto contento che l'Inps cerchi di fornire ai cittadini delle previsioni, ma spero che questa trasparenza ci aiuti a spendere meglio i soldi" ha affermato a proposito della discussione in corso il Presidente della Commissione lavoro presso Palazzo Madama Cesare Damiano, che ha anche sottolineato un auspicio per un pronto intervento del Governo.

L'ex Ministro del lavoro accoglie la notizia della busta arancione e delle proiezioni di pensionamento fornite ad ogni lavoratore dall'Inps tramite un apposito Pin per sperare che tali passi siano propedeutici ad una migliore collocazione dei fondi, perché (così come riporta l'agenzia Agi) "l'obiettivo è mandare in pensione i cosiddetti nuovi poveri".

Pensioni, la Commissione lavoro studia la quota 97 e il pensionamento con 41 anni di versamenti

Nel frattempo, la Commissione lavoro sta preparando le proprie proposte di modifica all'attuale sistema previdenziale; l'idea è di offrire due meccanismi di pensionamento anticipato. Dopo che la quota 100 sembra essere stata accantonata a causa del costo eccessivo sul bilancio dell'Inps, si è fatta avanti l'ipotesi del prepensionamento con la quota 97.

Il meccanismo, ormai oggetto di molte discussioni tra i lavoratori, prevederebbe di andare incontro alle necessità degli esodati e degli altri lavoratori disagiati permettendo l'uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e con 35 anni di versamenti. Resta però da segnalare anche l'addebito di una penalizzazione massima dell'8% sul vitalizio erogato (cioè del 2% per ogni anno mancante rispetto agli attuali requisiti). L'altra scappatoia sembra invece essere destinata ai lavoratori precoci: per loro si sta studiando la possibilità di offrire il pensionamento con 41 anni di contributi, senza alcun limite relativo all'età anagrafica.

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