"Come al solito dovremo fare i conti con il problema delle risorse, perché ogni intervento correttivo costa. A questo proposito, vorremmo però fare una richiesta al Governo e all'Inps: quella di fare i conti sui risparmi". Sono le dichiarazioni rilasciate durante il corso della settimana dall'On. Cesare Damiano in relazione al delicato tema delle pensioni anticipate e delle risorse utili a garantire l'accesso flessibile all'Inps. L'ex Ministro del lavoro fa riferimento ai buoni proposti espressi più volte dal Presidente Inps Tito Boeri e dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti, verso la creazione di un meccanismo strutturale utile a garantire il prepensionamento rispetto agli attuali requisiti, in particolare per coloro che hanno sofferto maggiormente le conseguenze della Riforma Fornero.

Pensioni anticipate, le risorse ci sono: nuovo richiamo a valutare i risparmi già ottenuti

Il richiamo del Presidente della Commissione lavoro alla Camera ricorda all'esecutivo e all'Inps come le aree di risparmio sul tema della previdenza sono già state notevoli, pertanto in tema di risorse andrebbero tenuti in adeguata considerazione anche i tagli già effettuati in passato. Damiano ricorda ad esempio gli interventi relativi all'innalzamento improvviso dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuti con la legge Fornero del 2011, al blocco dell'indicizzazione delle mensilità erogate ai pensionati e ai risparmi già realizzati fino ad ora a partire dallo scorso 2012 e fino al prossimo 2020, che secondo gli ultimi dati sarebbero ben maggiori di quanto inizialmente ipotizzato.

Infine, a quanto risparmiato secondo l'ultimo riscontro della Ragioneria dello Stato, che alla Commissione lavoro avrebbe "confermato una cifra superiore ai trecento miliardi di euro di risparmi". Una serie di dati che il Presidente della Commissione lavoro alla Camera suggerisce di utilizzare per tranquillizzare l'Europa e ricordare come la riforma delle Pensioni abbia già messo in sicurezza i conti pubblici.

Riforma previdenziale: superato il problema delle risorse, si punta al sistema delle quote  

Stante la situazione, proprio il problema delle risorse sarebbe il maggior freno alla possibile attuazione della pensione anticipata. Le ultime proposte in arrivo dalla Commissione lavoro alla Camera si concentrano su un sistema che permette di unire l'età anagrafica del lavoratore agli anni di contribuzione versati, con la quota 100 e la quota 97 a fare da principali strumenti di fuoriuscita.

Quest'ultima in particolare sembra la più fattibile, perché sarebbe quella in grado di pesare meno sui conti pubblici rispetto alle altre proposte. D'altra parte, sarebbe anche l'uscita anticipata più rigida tra le due, visto che fissa il paletto dell'età anagrafica ai 62 anni, mentre servirebbero almeno 35 anni di versamenti per poter ottenere l'agognata quiescenza. Se desiderate restare aggiornati sulle prossime novità in tema di pensioni vi ricordiamo di cliccare sul comodo tasto "segui" che vedete in alto, sopra al titolo dell'articolo.