In queste ultime settimane, presso la Commissione Lavoro al Senato, si è lavorato alacremente per 'mettere in piedi' la legge delega di riforma previdenziale al fine di dare la possibilità al Governo Renzi di porre in essere tutte le modifiche necessarie per l'introduzione della flessibilità nella legge attualmente in vigore, la riforma Fornero. Questo tema è stato evidenziato, nelle ultime ore, dal presidente della Commissione Lavoro al Senato, Maurizio Sacconi.

Anche al Senato si sta discutendo di modificare la legge Fornero attraverso sistemi di flessibilità da applicare al nostro sistema previdenziale

Il progetto è quello di introdurre la flessibilità nel sistema pensionistico italiano allo stregua di quanto è stato già fatto alla Camera dei Deputati. Progetto che si potrebbe concretizzare con l'approvazione di un provvedimento che dia la possibilità ai lavoratori di uscire prima dal lavoro, al raggiungimento dei 62 anni di età e 35 di contributi con l'applicazione di una penalità del 2 percento per ogni anno fino al raggiungimento del 66esimo anno di età. La discussione ha toccato anche altre ipotesi, come ad esempio l'introduzione del part-time che possa favorire il ricambio generazionale.

Abbandonata, quasi del tutto, la proposta relativa al ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici

Altro progetto in discussione è quello relativo all'abbassamento dell'età pensionabile tramite un ricalcolo contributivo che permetterebbe alle casse dello Stato un notevole risparmio. I tecnici del ministero dell'Economia, però, hanno effettuato dei calcoli evidenziando che, in caso di applicazione del predetto metodo, i pensionati avrebbero un assegno pensionistico molto basso, praticamente vicino a quello della pensione sociale.

Si verrebbe, così, a creare una situazione paradossale con lo Stato che potrebbe essere costretto ad erogare dei sostegni economici alle famiglie interessate.

Non ci resta che aspettare i prossimi mesi per capire come il governo Renzi vorrà riformare il sistema pensionistico italiano.