Passa il tempo e si continua a discutere su come riformare l'attuale sistema pensionistico italiano, si cerca di mettere a punto degli interventi che possano soddisfare le esigenze di tutti i lavoratori, anche se quest'azione è tutt'altro che facile. Tra le ultime proposte c'è quella di Alberto Brambilla, professore all'Università Cattolica di Milano, il quale auspica un intervento alla riforma Fornero tramite un taglio alle Pensioni più alte allo scopo di recuperare risorse economiche per rilanciare l'occupazione giovanile, secondo quanto riportato in un articolo sul quotidiano on line iltempo.it.

Matteo Renzi è favorevole all'introduzione della cosiddetta Quota 100

Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha lasciato intendere che l'ipotesi più plausibile, per rivedere la legge Fornero, potrebbe essere quella della cosiddetta 'Quota 100', cioè la somma tra età anagrafica e versamenti contributivi. Per fare questo, però, sembra essere necessario reperire risorse economiche attraverso tagli annunciati.

Morando ha evidenziato che non sono previsti interventi sulle pensioni

Allo stesso tempo però Enrico Morando, vice ministro dell'Economia, durante un incontro avvenuto con il leader della Lega Nord Salvini, ha evidenziato che non sono previsti interventi sulla riforma del sistema previdenziale. Non la pensano così alcuni dirigenti Inps, i quali sostengono il loro presidente Tito Boeri sulla necessità di intervenire al fine di mettere da parte le necessarie risorse economiche per attuare la riforma previdenziale.

Poletti è favorevole alla 'staffetta generazionale' e al 'prestito pensionistico'

Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, sta lavorando a due distinte proposte, smentendo quanto dichiarato da Morando: la cosiddetta 'staffetta generazionale', per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro ai più giovani, e il 'prestito pensionistico', una specie di anticipo che dovrebbe accompagnare i lavoratori fino al raggiungimento dei requisiti previsti per la pensione, secondo quanto dichiarato dal sito internet pensionioggi.it.

Damiano auspica la possibilità di andare in pensione a 62 anni con 35 di contributi attraverso una penalizzazione

Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, invece pensa alla possibilità di andare in pensione prima dei normali requisiti previsti attraverso, però, una penalizzazione.

La sua ipotesi è quella di far lasciare il lavoro al raggiungimento dei 62 anni di età con un minimo di 35 anni di contribuzione con una penalità del 2 percento per ogni anno mancante al compimento del 66esimo anno di età.

Boeri: assegno universale per chi ha 55-65 anni in condizioni di grave disagio economico

Infine, da evidenziare il piano di interventi da parte di Tito Boeri, presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).

La sua proposta si concretizza con la concessione di un assegno universale per chi ha un'età compresa tra 55 e 65 anni ed è senza lavoro e in condizioni economiche disagiate, con il ricalcolo contributivo per tutti i pensionati che hanno un trattamento pensionistico oltre i 3mila euro, e con l'abbassamento dell'età pensionabile per tutti i lavoratori.