La Riforma della Scuola cambierà geograficamente la toponomastica delle strutture scolastiche del paese, oltre a questo le farà diventare un'impresa privata, con il preside che decide chi assumere. Ecco perché il personale docente e ATA è in agitazione insieme con i sindacati, ma la scuola contesta Renzi anche per i tagli, il blocco supplenze ata e l'eliminazione delle graduatorie ata e docenti.

I motivi per cui i sindacati e personale non vogliono la Riforma.

Ecco in dettaglio perché i sindacati e personale dicono no alla Riforma:

- il preside sceriffo, così denominato perché con la riforma il dirigente scolastico non solo avrà la facoltà di scegliere con chiamata diretta i docenti da assumere, ma stabilirà anche chi merita gli aumenti di stipendio.

I docenti non accettano questo metodo di assunzione, in quanto rischiano di perdere la propria sede vicina, qualora non fossero scelti nella sede di attuale titolarità e perché i dirigenti potrebbero scegliere in base a proprie valutazioni non meritocratiche.

- albi provinciali, è prevista la definizione degli albi provinciali di competenza degli uffici scolastici regionali la cui ampiezza è fissata in base al numero di allievi. Uno sconvolgimento del territorio e delle sedi di segreteria delle scuole che già hanno subito negli anni uno stravolgimento fisico con i vari dimensionamenti, creando scuole di grosse dimensioni e difficoltà di cui nessuno si interessa. I disagi rimangono sul territorio e a livello centrale non vengono ascoltati e ormai neanche fatti presenti.

Per non parlare del fatto che dietro questa revisione sono nascosti nuovi tagli al personale ATA.

- mobilità, gli insegnanti non potranno scegliere la sede dove vogliono insegnare e rischiano di essere chiamati a chilometri di distanza, tanto che molti di loro dovrebbero cambiare città o affittare una casa nel luogo dove lavorano e vivere lontano dalla propria famiglia.

- assunzioni 100 mila docenti, la riforma prevede un'assunzione in numeri davvero elevata che dovrebbe determinare l'esaurimento delle GAE. Però non verranno altrettanti precari e docenti che lavorano nella scuola da anni, che hanno vinto un concorso e in possesso di abilitazione. Per questi è ammessa l'assunzione solo dietro superamento del concorso.

- stralcio decreto, al governo è stato chiesto lo stralcio dal ddl scuola delle norme relative alle assunzioni, per procedere all'approvazione in tempi stretti e garantire le assunzioni da settembre delle 100 mila unità. Si rischia così facendo lo slittamento di un anno, quindi la promessa di stabilizzazione potrebbe essere solo un miraggio nel deserto.

- rinnovo contratto, i sindacati hanno richiesto il rinnovo del contratto scaduto da sette anni.

La protesta del personale ATA messo da parte.

In piazza sono scesi anche coloro che non sono stati considerati dal piano di assunzioni, il personale ATA che ha diritto alla stabilizzazione disposta dalla sentenza europea e che a causa dei tagli sugli organici da anni vede rimandata l'assunzione. Questi peraltro non potranno neanche vivacchiare con le supplenze dati i nuovi margini restrittivi per la sostituzione del personale ata (basti pensare che le maternità e le supplenze di malattia lunghe non verranno più sostituite).

Il personale di ruolo con questa Riforma vedrà violati i propri diritti. Nel piano poi non sono stati inclusi 150 mila precari in possesso dei requisiti della sentenza Ue dei 36 mesi che va applicata, le risposte ai precari nella Riforma non ci sono.