Somiglia molto ad un giorno della verità quello che ci apprestiamo a vivere lato previdenza. Mentre alla Camera andrà in scena il primo atto dell'iter di conversione in legge del decreto rimborsi, i giudici della Corte Costituzionale riprenderanno infatti la Camera di Consiglio con l'intento di emettere una decisione circa il blocco dei contratti nella PA che va avanti ormai da 6 anni. Le procedure di analisi e verifica sono iniziate ieri, ma come riportato dall'ufficio stampa della Consulta una sola giornata non è stata sufficiente per raggiungere un verdetto.

Ricordiamo che la questione di costituzionalità è stata sollevata dai Tribunali di Roma e di Ravenna dopo i ricorsi di Confedir, Flp, Fialp, Gilda-Unams, Cse, Confsal-Unsa. La partita è di quelle pesanti dato che lo Stato potrebbe essere condannato a restituire decine di miliardi di euro; il provvedimento arriva a proposito di una delle aree (la PA) più toccate dai nuovi provvedimenti ratificati dal governo Renzi in tema di pensione anticipata e prepensionamento: prima l'istituto del pensionamento d'ufficio, poi la precisazione che per 'essere mandato via' il lavoratore statale non deve neanche aver compiuto i fatidici 62 anni di età. Basterà aver raggiunto l'anzianità contributiva per essere pensionato dalla PA.

In chiusura va inoltre segnalato un comunicato emesso dal Comitato degli Esodati sulla questione del numero di appartenenti alla categoria.

Novità pensione anticipata e decreto Renzi: prepensionamento a rischio se la Consulta dice si? Esodati infuriati

Che attinenza ha il percorso di riassetto di pensione anticipata e prepensionamento con la sentenza che quest'oggi dovrà emettere la Consulta? Il collegamento tra le due situazioni è di quelli sottili e delicatissimi. Un eventuale giudizio di incostituzionalità potrebbe condannare lo Stato a ridare parte del maltolto ai lavoratori statali, un po' come accaduto con la sentenza relativa alla Legge Fornero, cosa che impegnerebbe capitoli di spesa andando ad erodere una volta di più le risorse a disposizione per programmare nuovi interventi. Se a tutto questo si aggiungono i recenti richiami di Draghi ben si comprende come la prima a saltare potrebbe essere la riforma della previdenza. 'Attendiamo fiduciosi la Camera di Consiglio. Serve un atto di giustizia' ha dichiarato a Rai News Marco Carlomagno, segretario generale Flp. Un atto 'che consenta la ripresa della contrattazione, la difesa del potere d'acquisto falcidiato dal blocco, il riconoscimento della dignità del lavoro pubblico' ha concluso Carlomagno. 'Le norme sul blocco dei contratti pubblici hanno congelato gli stipendi dal 2010 e la contrattazione per quasi 6 anni: è stato un intervento non proporzionale allo scopo' ha sottolineato in udienza l'avvocato Stefano Viti, uno dei legali di Flp e Fialp. Con la sentenza 245 del 1997 la Consulta legittimò in effetti il blocco dei contratti ma si parlava di un solo anno e le condizioni, 'vicine a quelle della crisi argentina,' giustificavano il ricorso ad una simile presa di posizione. Oggi però il contesto è diverso, ecco che la Corte potrebbe davvero optare per il giudizio di incostituzionalità.



In chiusura riportiamo alcuni stralci del comunicato redatto dal Comitato Esodati di Roma (e pubblicato da Pensioni Blog) in merito a certi numeri diffusi dalle Istituzioni: 'Ennesima falsità ai danni degli esodati, con un censimento truffa fatto dalla sottocommissione Senato e non dall'Istat sulla conta dei non salvaguardati dalle 6 deroghe. Per l'Inps siamo 49.500 per il Senato 23.500, se dobbiamo partire dalle origini circa 389.000, in realtà siamo ancora 220.000 nel limbo dell'indifferenza […] Siamo ormai alla pazzia pura, è chiaro ed evidente che manca la volontà politica per salvaguardare gli esodati rimasti'. Seguiremo tutti gli sviluppi circa la sentenza della Corte Costituzionale. Se desiderate rimanere aggiornati potete cliccare il tasto 'Segui' in alto sulla sinistra.