Non si placa il fervore intorno al comparto pensionistico sono molti a chiedersi a che punto è la Riforma Pensioni del Governo Renzi? Vi saranno modifiche oggettive nella prossima Legge di Stabilità? I lavoratori attendono fiduciosi la ripresa dell'esame dei disegni di legge sulla flessibilità, la Commissione Lavoro mercoledì prossimo si riunirà nuovamente per analizzare le proposte al vaglio del Governo sui pensionamenti flessibili. Vediamo nel dettaglio ad oggi 22 giugno quali sono le quattro proposte su cui si sta lavorando e quali destano maggiore consenso da parte dei lavoratori.

Riforma pensioni, mercoledì alla Camera si discute nuovamente sui pensionamenti flessibili

Mercoledì 24 giugno alla Camera riprenderà la discussione sulle ipotesi di prepensionamento, dopo le audizioni di Poletti e Boeri, l'obiettivo dell'incontro, come si legge sul sito PensioniOggi, è quello di trovare un progetto di legge condiviso dal maggior numero di forze politiche affinché si passi alla discussione in Aula. Per quanto concerne il tema spinoso della flessibilità, al momento le quattro ipotesi al vaglio sono :

1. Il ddl 857 di Cesare Damiano, che accoglie i consensi maggiori da parte dei lavoratori,

2. il ritorno al sistema delle quote in particolare la Quota 100,

3. il ricalcolo dell'assegno col metodo unicamente contributivo, ipotesi che sembra piacere al Governo, vedi ultime dichiarazioni di Zanetti e Boeri, ma che non soddisfa i lavoratori e

4.

la staffetta generazionale.

Ultime su Riforma pensioni Governo Renzi: ecco nel dettaglio le ipotesi al vaglio

Cosa prevedono le quattro ipotesi di prepensionamento flessibile? L'ormai noto ddl 857 a firma Cesare Damiano prevedrebbe da un lato la possibilità di accedere al pensionamento a partire da 62 anni d'età e 35 di contributi a fronte di una penalizzazione dell'8%, che andrebbe a ridursi fino ad azzerarsi al raggiungimento de i 66 anni richiesti dalla Riforma Fornero, dall'altro la concessione della pensione anticipata ai lavoratori precoci grazie alla Quota 41: ossia la possibilità di andare in pensione avendo maturato 41 anni contributivi indipendentemente dall'età anagrafica del richiedente.

Il costo di tale misura è stato stimato in 8.5 miliardi di euro.

La seconda ipotesi al vaglio è il prepensionamento con Quota 100 ossia la possibilità di uscire dal mercato del lavoro avendo raggiunto tra età anagrafica ( rispettando il limite 62 anni ) e contributiva (limite 35 anni) la soglia 100 senza subire alcuna penalizzazione.

Va da sé che i primi che potrebbero usufruire della Quota 100 sono coloro che hanno almeno 62 anni d'età e 38 di contributi, a seguire tutte le altre possibili combinazioni. Il costo stimato salirebbe a 10 miliardi e la realizzazione sembrerebbe sempre più remota Non fosse per il limite anagrafico anche questa soluzione piacerebbe molto ai lavoratori.

Meno apprezzata la pensione anticipata con assegno ricalcolato con il sistema contributivo che permetterebbe ai lavoratori di accedere alla quiescenza qualche anno prima ma subendo un taglio del 25-30 % sul proprio assegno pensionistico finale.

Resta poi al vaglio la staffetta generazionale che dovrebbe consentire un turnover tra lavoratori più anziani e nuove leve, anche questa ipotesi però non soddisfa a pieno i lavoratori.

Cosa deciderà di fare il Governo Renzi e che forma avrà la nuova riforma Pensioni è presto per dirlo, non resta che attendere mercoledì per avere le idee più chiare.