Sulle Pensioni "bisogna trovare un punto di equilibrio tra le condizioni della finanza pubblica, i vincoli che abbiamo e le necessità di fare un'operazione equa e coerente" ha spiegato negli scorsi giorni il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, evidenziando come si tratti di "un'operazione complessa, ma la faremo". Per l'esponente del Governo, la flessibilità in uscita potrebbe permettere un risultato importante non solo nei confronti di tutti quei lavoratori che vivono una situazione di disagio a causa della legge Fornero, ma anche rispetto ai giovani che faticano a trovare un impiego nel mondo del lavoro.

Secondo quanto approvato nel 2011, i pensionandi si sono visti alzare improvvisamente l'età di quiescenza oltre i 66 anni, con la prospettiva di continui aumenti nel futuro a causa dell'innalzamento delle aspettative di vita. Stante la situazione, risulta ormai maturata la consapevolezza di come sia necessaria una svolta sulla vicenda attraverso la creazione di una misura strutturale, che possa finalmente rappresentare una sanatoria definitiva di tutte le situazioni finora non contemplate nelle salvaguardie precedenti.

Riforma pensioni, Governo studia proposta del Parlamento: la soglia dei 62 anni potrebbe bastare?

D'altra parte, il Governo sembra intenzionato ad accogliere la proposta in arrivo dal Parlamento, secondo la quale si potrebbe offrire la pensione anticipata già a partire dai 62 anni di età.

Ma attenzione perché vi sarebbe un prezzo da pagare, corrispondente nel peggiore dei casi ad una mensilità su tredici da devolvere all'Inps, mentre la misura resterebbe comunque accessibile solamente per coloro che hanno già maturato almeno 35 anni di contribuzione. Sulla questione della flessibilità previdenziale nelle ultime settimane si è registrata anche l'apertura del Ministro Padoan, che ha spiegato di non vedere alcun tipo di problema ad una modifica della legge esistente, seppure sottolinea come per flessibilizzare l'accesso all'Inps non siano necessari passi indietro.

Piuttosto, è giusto "considerare forme di flessibilità in uscita, per uscire con minimo anticipo dal mondo del lavoro", in modo da "facilitare l'ingresso per le giovani generazioni".

Pensioni: mese di giugno potrebbe essere decisivo, ma dall'Inps si torna a chiedere il ricalcolo contributivo

Dalle ultime dichiarazioni espresse in area governativa, sembra ormai chiaro come il mese di giugno si appresta ad essere decisivo sull'orientamento del dibattito riguardante il tema della previdenza.

Bisogna però rilevare come tra i dirigenti pubblici non siano mancate le voci di orientamento diverso: il caso più noto è quello del Presidente Inps Boeri, che per offrire la pensione anticipata preferirebbe procedere ad un ricalcolo contributivo dell'intera mensilità. "La flessibilità in uscita per chi è vicino alla pensione è sostenibile con il sistema contributivo" spiega l'economista, suggerendo come procedere per realizzarla: "dovremmo affrontare una trattativa a livello comunitario per introdurre questa possibilità".

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