Schieramenti tradizionalmente opposti che convergono per trovare una via condivisa. Al di là di colori, appartenenze e posizioni ideologiche ci sembra questo l'elemento fondante dal quale partire per fare il punto sulle ultime novità in tema di previdenza. Ad aver dato il là ad un periodo che ci si augura possa essere ricordato come quello della 'buona' politica è stato il leader del Carroccio Matteo Salvini, che pur di accelerare l'iter di riforma si è detto disposto ad appoggiare il disegno riformatore portato avanti in Parlamento da Cesare Damiano, ex ministro e noto esponente del PD.

Salvini punta tutto sulla Quota 97 che potrebbe rivelarsi ottimale in ottica pensioni precoci e lavori usuranti, ma anche una Quota 100 riformata e 'depurata' dal requisito anagrafico attualmente posto a base del meccanismo di funzionamento potrebbe rivelarsi una soluzione vincente. La chiave sta nel super ddl fermo in Commissione Lavoro da circa due mesi, un pull di 12 provvedimenti che pur nella loro estrema varietà presentano un filo rosso costituito dalla volontà di intervenire sull'attuale configurazione del sistema previdenziale in ottica flessibilità e conseguente riduzione del livello di rigidità.



Ultime notizie pensioni precoci e lavori usuranti: Salvini in pressing, Quota 97 e Quota 100 le due ipotesi più probabili

'Siamo disposti a votare il progetto di Damiano del PD per cancellare la Legge Fornero, ma da un anno Renzi se ne frega': così ha parlato Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ospite di in Mezz'ora in onda sulla terza rete Rai ha fatto il punto dei lavori in tema di previdenza. 'La riforma Fornero ormai fa acqua da tutte le parti, Renzi ha varato un decreto bluff con il quale ha completamente disatteso le ragioni della Consulta' ha proseguito il numero uno del Carroccio. E mentre la nuova calendarizzazione ci informa che Boeri e Poletti presenzieranno finalmente in Commissione Lavoro il prossimo 3 giugno ci si interroga sulla bontà dei provvedimenti che andrebbero ratificati in merito a pensioni lavoratori precoci e individui impegnati in attività usuranti. Quota 97 e Quota 100 paiono al momento le vie più concrete, il punto è che entrambe prevedono un vincolo anagrafico che nel caso dei precoci ha poco senso imporre. Perché chi ha iniziato a lavorare presto matura molto prima di altri un numero di anni di contribuzione tale da poter abbandonare l'impiego. Da questo punto di vista non si può non salutare con favore l'ultima proposta a firma Damiano-Baretta che hanno messo a punto un ddl che non prevede limiti anagrafici ma solo un meccanismo di uscita condito dalle 'solite' decurtazioni: l'idea sarebbe quella di concedere ai lavoratori di uscire 4 anni prima dall'impiego a fronte però della perdita di una mensilità l'anno che finirebbe nelle casse dello Stato. Tanto per intendersi, un lavoratore che percepisce 30mila euro lordi l'anno (circa 1660 euro al mese) dovrebbe scendere a 1527 euro mensili destinando alle casse dell'erario 133 euro circa al mese.



In un dibattito comunque ampio e finalmente costruttivo c'è però da segnalare la totale mancanza di una fase di concertazione che coinvolga sindacati e parti sociali. Il ministro Poletti va ripetendo ormai da mesi che presto CGIL, CISL e UIL saranno convocate, ma sino a questo momento la chiamata non è arrivata. Se a questo si aggiunge la provocazione lanciata dal premier Renzi, che per l'immediato futuro ha auspicato la creazione di un sindacato unico, il quadro si fa completo: 'Se Renzi, al fine di non conferire potere negoziale alle organizzazioni con pochi aderenti e con un alto potere di veto, intende regolare la rappresentatività dei sindacati, può avvalersi delle proposte di legge che già esistono in Parlamento senza avventurarsi in spericolate teorie sul sindacato unico' ha dichiarato al riguardo lo stesso Damiano. Ascoltare i sindacati sarebbe l'ennesimo passo verso una direzione finalmente orientata al sociale.