Prima gli annunci, poi le polemiche a cui seguono rettifiche e precisazioni: è il sintomo evidente che sulla riforma Pensioni ci sono sì le buone intenzioni del Governo Renzi - che a dire il vero su questo fronte è con le spalle al muro visti i disastri provocati dalla legge Fornero - ma ancora non c'è assolutamente l'accordo tra governo, sindacati e partiti. Non c'è nella maggioranza, in particolare con la minoranza del Pd che "scalpita", né tantomeno può esserci al momento quell'auspicata maggioranza ampia che possa condividere il nuovo processo riformatore del sistema previdenziale italiano.

E non c'è al momento la condivisione dei sindacati, anzi sempre più irritati e in attesa del primo tavolo di confronto sulla riforma pensioni convocato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti per il 15 giugno prossimo.

Riforma pensioni, Boeri: flessibilità sostenibile ma solo col sistema contributivo

Le parole chiave della riforma previdenziale del Governo Renzi sono flessibilità e sostenibilità. Si punta sostanzialmente a introdurre nuove forme di pensione anticipata ma si deve fare attenzione ai conti e quindi deve essere una manovra finanziariamente sopportabile. Tra le diverse ipotesi che si erano fatte strade la possibile soluzione Quota 100 o la pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e il 2% annuo di penalità sui trattamenti pensionistici, proposte che ieri in audizione in commissione Lavoro a Montecitorio Boeri ha praticamente "bocciato" definendole molto costose.

Ma il presidente dell'Inps non chiude all'inserimento di nuove modalità per i prepensionamenti lasciando liberi di scegliere i lavoratori di uscire prima dal lavoro ma con una pensione più bassa.

Prepensionamenti, prende quota l'estensione opzione donna anche agli uomini

In questo modo, secondo Boeri, "la flessibilità è sostenibile, ma nell'ambito - ha sottolineato smorzando gli entusiasmi e riaccendendo le polemiche - del sistema contributivo".

Da qui sembra farsi strada l'ipotesi di estendere il sistema di calcolo contributivo attualmente previsto per le lavoratrici, la cosiddetta opzione donna, anche agli uomini, ma sarebbe comunque necessario l'aumento dell'età per l'accesso al prepensionamento che dovrebbe essere a sessantadue anni. Per Boeri è necessario che eventuali pensioni anticipate debbano essere "più basse" perché diversamente a pagare il costo della riforma pensioni 2015, ha spiegato il presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, sarebbero le "generazioni future".

Previdenza e flessibilità, Damiano boccia proposte Boeri: 'Noi trattiamo col governo'

Sindacati e minoranza Pd bocciano le proposte di Boeri. "Noi trattiamo col governo", ha detto ieri "irritato" il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano a margine dell'audizione di Boeri alla Camera. Secondo il parlamentare dell'Area Riformista dei dem si deve puntare a realizzare una riforma pensioni che sia soprattutto un'operazione di giustizia sociale e non pensi ad essere ancora una volta una manovra economica finalizzata a salvaguardare la finanza pubblica con i sacrifici di lavoratori e pensionati.