Matteo Renzi ospite a Porta a Porta fa dietrofront rispetto alle rassicurazioni fatte in questi ultimi mesi per quanto riguarda l'assunzione dei 100 mila insegnanti entro l'anno. Il premier ha spiegato che, a causa dei tremila emendamenti in Commissione, le assunzioni slitteranno all'anno prossimo. La responsabilità viene quindi scaricata sulle proposte di modifica delle opposizioni al ddl.
Con l'opinione pubblica contro, Renzi ha deciso di tenere una conferenza stampa a inizio luglio, per "raccontare" la sua proposta, ascoltare le critiche e decidere.
Dal salotto di Vespa il premier parla anche del suo futuro, spiegando che in caso di sconfitta alle elezioni del governo o al Congresso del Pd che si terrà nel 2017, la sua intenzione sia quella di "andare a casa".
M5S e Sel contro la scelta del Premier
Non si è fatta attendere la risposta di Sinistra Ecologia e Libertà, che con il coordinatore nazionale Nicola Fratoianni ricorda come Matteo Renzi aveva parlato decine di volte della stabilizzazione dei docenti precari, aggiungendo come era necessario ricorrere subito al voto per la loro assunzione.
Alessia Petraglia, senatrice di Sel, parla addirittura di un vero e proprio "ricatto", perché i tremila emendamenti citati dal premier "non costituiscono un ostacolo".
La senatrice afferma anche come a settembre saranno assunti solo 50 mila precari, che andranno a sostituire tutti quei docenti che andranno in pensione, una "vergogna".
Anche il Movimento 5 Stelle esprime il suo dissenso verso le dichiarazioni del premier tramite la senatrice Manuela Serra, che ribadisce come il governo non abbia "mai preso seriamente l'ipotesi si assumere tutti e 100 mila".
Sottolinea inoltre come nella Legge di Stabilità sia stato previsto un miliardo di euro proprio per il piano assunzioni, "e di questo Renzi non può certo far finta di niente".
Il deputato del Partito Democratico Roberto Speranza ha una sua interpretazione controcorrente rispetto alle dichiarazioni del M5S e Sel. Secondo lui Renzi accetta l'idea del confronto con il mondo della Scuola, ed è una mossa giusta perché la scelta va fatta insieme agli insegnati e gli studenti.
Stop alla Buona Scuola quindi, in attesa di una grande assemblea per discutere su un tema così importante.