Treni fermi senza una maggiore presenza delle forze dell'ordine sui convogli a rischio. La giornata di sciopero dei treni, svoltasi il 16 giugno e proclamata dal sindacato Or.S.A. per protestare dopo l'aggressione a due ferrovieri, ha prodotto una posizione condivisa tra Ferrovie dello Stato e le principali sigle sindacali sulla richiesta di maggiore sicurezza sulle 15 linee a maggiore rischio individuate.

Quali sono i treni a rischio che potrebbero non partire.

Nel corso dell'incontro svoltosi tra il Ferrovie dello Stato Italiane ed i principali sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti e Fast Ferrovie, sono state individuate 15 linee a rischio in sette diverse Regioni, che corrispondono ai treni sui quali sono più frequenti gli episodi di aggressioni.

Sui questi treni, viene richiesto di incrementare la presenza a bordo della Polfer, in modo da garantire maggiormente la sicurezza sia del personale ferroviario che dei viaggiatori.

Fra i treni a rischio individuati, quelli sulla tratta Torino-Cuneo in Piemonte, Venezia-Trieste e Venezia-Bologna in Veneto, Piacenza-Rimini in Emilia Romagna, Firenze-Arezzo in Toscana, Roma-Nettuno e Roma-Aprilia nel Lazio, Napoli-Roma, Sapri-Napoli e Battipaglia-Napoli in Campania.

Su tutte le linee individuate, già a partire dal 26 giugno, nel caso in cui non si riesca a realizzare le condizioni di sicurezza richieste con la presenza delle forze dell'ordine a bordo, le corse potranno non essere effettuate.

Le iniziative concordate per la sicurezza sui treni.

In attesa che vengano prese le misure richieste, Ferrovie dello Stato e sindacati sollecitano l'istituzione di un tavolo con la partecipazione del Ministero delle Infrastrutture e il ministero dell'Interno per un costante monitoraggio della sicurezza sui treni a rischio.

Nel frattempo, Trenitalia si è impegnata, nel corso dell'incontro, ad incrementare la formazione del personale viaggiante sui comportamenti da tenere in caso di aggressioni e sulle attività antievasione da svolgere a terra.

A partire dal prossimo 26 giugno, quindi, i pendolari che utilizzano i treni a rischio dovranno preoccuparsi di informarsi sullo svolgimento regolare del servizio e prepararsi a nuove odissee.