Il leader della Fiom Maurizio Landini chiama a raccolta i vertici della CGIL, mettendo sul piatto lo studio delle strategie da adottare per il contrasto del Jobs act, la nuova riforma del lavoro. Nel documento finale sottoscritto durante l'assemblea generale che si è svolta a Bologna il 10 e l'11 luglio, è richiesto al consiglio direttivo sindacale l'avvio di un percorso comune per l'attuazione di un referendum abrogativo per la cancellazione del Jobs act. Come spiega lo stesso segretario Landini, la FIOM chiede alla CGIL di mettere in pratica quelle azioni di contrasto alla nuova normativa del Governo in materia di lavoro, che erano state decise nel mese di febbraio, e che a oggi non hanno avuto seguito.

Il progetto della CGIL

Secondo il segretario generale della CGIL Susanna Camusso, il progetto dell'associazione sindacale è quello della presentazione di un'iniziativa di legge popolare per l'approvazione di un nuovo statuto dei lavoratori, tuttavia senza escludere il ricorso a un referendum abrogativo che cancelli il Jobs act. Il progetto sindacale è stato fin da subito sostenuto dallo stesso Landini, che adesso lo rilancia chiedendo alla CGIL di adoperarsi per metterlo in pratica. Oltre a contestare duramente il Jobs act, Maurizio Landini chiede l'estensione dell'articolo 18 e la riduzione della precarietà, criticando anche le recenti norme sul controllo a distanza dei lavoratori e sul demansionamento.

Egli vuole estendere la contestazione oltre la riforma del lavoro, chiedendo di discutere sull'estensione degli ammortizzatori sociali a tutte le forme di reddito, anche le minime. Inoltre, il documento finale della FIOM include anche i temi della difesa della scuola e della contrattazione, con in prima linea le critiche al decreto Sacconi del 2011, secondo Landini usato dalla Fiat per svincolarsi dal contratto nazionale.

La contestata norma prevede che in materia di orari di lavoro, licenziamenti e assunzioni, le aziende possono operare in deroga alla normativa e alle disposizioni contenute nei contratti nazionali collettivi.

Il contrasto al Jobs act nel documento finale della FIOM

Il documento finale uscito dall'assemblea di Bologna, oltre alle iniziative referendarie si occupa anche di contrattazione.

La proposta che la FIOM ha presentato alla FIM e alla UILM, le altre associazioni sindacali, è quella dell'avvio di un percorso unitario che porti a un contratto unitario nazionale per i metalmeccanici, oltre alle altre forme di contrasto al Jobs act. I punti principali della FIOM sono: l'introduzione della tutela derivante dall'articolo 18 ai nuovi assunti e il il ritorno alla contrattazione collettiva in materia di controllo a distanza dei lavoratori e demansionamento. L'obbiettivo del sindacato di Landini è quello della costituzione di una piattaforma comune condivisa, costruita attraverso la consultazione degli iscritti e sottoposta al voto dei lavoratori.

La reazione delle altre sigle sindacali

FIM e UILM, le altre sigle sindacali di categoria, non sembrano molto entusiaste del progetto della Fiom, secondo le quali alla stessa manca il concetto di confronto democratico. Questo perché la proposta di costituzione di una piattaforma comune è interpretata dai segretari Bentivogli e Palombella come una proposta unilaterale, presentata senza un precedente confronto e adottata con un modo di operare sbagliato, che è interpretato come un'imposizione a prendere o lasciare, senza il confronto con le altri parti sindacali.