Riforma Pensioni 2015, continua il pressing su governo Renzi e INPS da parte di Cesare Damiano e dei sindacati: la flessibilità in uscita proposta da Tito Boeri e, da quel che sembra appoggiata dall'esecutivo, non convince perchè le penalizzazioni del ricalcolo col contributivo per la pensione anticipata potrebbero essere troppo pesanti. Il presidente della Commissione Lavoro insiste su Quota 97 per la pensione anticipata e proroga dell'Opzione Donna, ricordando che anche grazie alle pressioni venute dalla stessa Commissione sono state congelate fino al 2018 le penalità per il prepensionamento dei lavoratori precoci (sempre che non cambi qualcosa nei prossimi mesi); sulla stessa linea i sindacati CGIL, CISL e UIL, che vogliono sì modifiche alla Legge Fornero ma senza penalizzare i lavoratori precoci col contributivo, anzi ripristinando quella che una volta era la pensione di anzianità a Quota 41 (anni di contribuzione), e chiedono dunque trattative col governo su questi temi come anche su quello degli esodati.

Ultime notizie pensioni oggi 22 luglio: Quota 97, Opzione Donna, esodati per Damiano temi fondamentali

Il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, illustre esponente della minoranza DEM del PD ed ex Ministro del Lavoro del governo Prodi, continua a esporsi in Parlamento e nelle dichiarazioni pubbliche per chiedere che la riforma pensioni 2015 non sia nel solco delle proposte di Tito Boeri, presidente INPS, da lui fortemente criticate.

Per Damiano infatti la flessibilità in uscita con ricalcolo della pensione tramite il contributivo porterebbe a penalizzazioni fino al 30%, assolutamente troppo ma soprattutto ingiusto in quanto verrebbe applicata anche ai lavoratori precoci, che avendo raggiungendo 40 anni di contributi prima dei 60 anni di età verrebbero penalizzati pesantemente.

Lo stesso Damiano ricorda che proprio grazie alle sue pressioni e a quelle della Commissione da lui presieduta si è arrivati al blocco fino al 31 dicembre 2017 delle penalità per la pensione anticipata di tutti i lavoratori, correggendo un punto critico della Legge Fornero. Se però il governo Renzi decidesse di introdurre il ricalcolo col contributivo per la pensione anticipata, allora cambierebbe tutto.

Per Damiano la base da cui partire restano le sue proposte per la pensione anticipata: Quota 97 con penalità del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 anni di età per la pensione di vecchiaia, Quota 41 senza penalità per i lavoratori precoci.

Chiesti ovviamente anche interventi decisi e definitivi per gli esodati, l'introduzione del sostegno al reddito per i lavoratori con piu' di 55 anni senza lavoro, la proroga dell'Opzione Donna.

Pensioni, news mercoledì 22 luglio: i sindacati contro la flessibilità in uscita con penalità, chiedono Quota 41

I tre sindacati maggiori, CGIL CISL e UIL, sono sulla stessa linea di Damiano e le richieste al governo Renzi sono comuni. Sarebbe comunque interessante sapere cosa ne pensano dello scandalo delle pensioni d'oro ai sindacalisti che hanno usufruito di una assurda legge del primo governo Prodi e abolita proprio dalla Legge Fornero.

La UIL, tramite il segretario generale Carmelo Barbagallo presente a un convegno a Varese sul tema previdenziale, informa che la richiesta dei sindacati è unitaria e portata avanti insieme: sì alla flessibilità in uscita per la pensione anticipata ma senza penalizzare i lavoratori precoci né tutti gli altri.

Si richiedono discussione e trattative da aprire entro settembre, altrimenti si valuteranno altre iniziative.

I sindacati sono compatti nel chiedere al governo che si ritorni a qualcosa di simile al sistema delle Quote per la pensione anticipata, ovvero al sistema di quella che una volta era la pensione di anzianità, in particolare la Quota 41 per i lavoratori precoci. Arrivano dai sindacati richieste simili a quelle di Cesare Damiano, anzi proprio le stesse, anche per gli esodati ed il sostegno al reddito ai disoccupati ultra 55enni.