'Nella legge Maroni che istituisce l'Opzione Donna viene previsto uno stanziamento di 1 miliardo e 684 mila euro per la fase che arriva fino al 31-12-2015, finora sono stati usati solo 707mila euro, meno della metà di quanto previsto, perché non intervenire dunque?': ad esprimersi in questi termini il Capogruppo PD in Commissione Lavoro Maria Luisa Gnecchi a margine dell'audizione tenutasi ieri nella stessa Commissione alla presenza del Presidente Cesare Damiano e del numero uno dell'INPS Tito Boeri. La seduta ha fatto seguito alla presentazione della relazione annuale sull'operato dell'ente tenuta dallo stesso Boeri in Parlamento 48 ore fa ed è servita per fare il punto su una serie di questioni 'irrisolte'. Concentrandoci sulle Pensioni 2015 con Opzione Donna il quadro è parso chiarissimo: Gnecchi e Damiano hanno fatto emergere con grande nitidezza lo stato di cose, evidenziando come non esista impedimento alcuno dinnanzi ad una risoluzione della questione. Il presidente Boeri ha replicato sottolineando che sebbene l'INPS sia 'incline a far rispettare il termine di validità del 31 dicembre 2015 previsto dalla Legge' non può far nulla in assenza del parere dei Ministeri di Lavoro ed Economia (MEF). C'è una legge da far rispettare dunque, ci sono le coperture economiche necessarie e c'è l'ok dell'ente preposto ad intervenire, perché allora non arriva un si dall'alto? A rincarare la dose il membro PD Antonella Incerti, che sul gruppo Facebook del Comitato Opzione Donna si è lasciata andare a commenti piuttosto eloquenti: 'Basterebbe che Boeri in quanto presidente di INPS modificasse le due circolari e poi Opzione Donna sarebbe risolta anziché fare tante proposte di cui non è il diretto estensore'. Peccato però che la 'colpa' non sia di Boeri.

Novità pensioni 2015 con Opzione Donna: Boeri vorrebbe ma non può, Damiano esige, l'INPS aspetta Padoan

'Su Opzione donna l'atteggiamento di Boeri appare un po' troppo passivo, ho personalmente consegnato a Padoan una nota, approvata anche dal ministro Poletti, in cui si sintetizzano gli argomenti esposti dall'Onorevole Gnecchi, allora dico io bisogna fare fronte comune' ha precisato Cesare Damiano, presente alla seduta di ieri in qualità di presidente dell'organismo riunito. 'E' noto che l'INPS prima di lei (Boeri, ndr.) ha fatto una circolare restrittiva che va cambiata. In pratica siamo in una sorta di gioco dell'oca in cui si torna sempre al punto di partenza. Abbiamo i soldi e si può fare una circolare ma ci chiedono le coperture quando c'è un avanzo superiore al miliardo per risolvere il tutto' ha proseguito Damiano, che poi si è lasciato andare ad un'affermazione dura ma perfettamente aderente allo stato di cose cui si sta andando incontro: 'Fatte queste premesse direi che non intervenire è una cattiveria del sistema nei confronti di tanti che decurtando la loro pensione vogliono un po' di tranquillità. Non vogliamo la luna, dobbiamo risolvere la cosa tutti insieme'. Il quadro a questo punto è chiaro: i soldi ci sono, la volontà del presidente dell'INPS c'è e la legge è dalla parte di chi vorrebbe sfruttare le pensioni 2015 con Opzione Donna. A mancare purtroppo è l'atto più importante, quello col quale il MEF deve dare il proprio via libera all'ente presieduto da Boeri dopo l'ok giunto da Poletti.



E allora diciamo noi non è davvero più accettabile il perpetrarsi di una situazione che troppo spesso viene erroneamente accostata alle altre vicende connesse alla riforma della previdenza. Opzione Donna non è una proposta, un progetto, un'idea. E'un istituto configurato dalla Legge che va tutelato per proteggere il diritto a fruirne delle lavoratrici che in considerazione di Opzione Donna hanno interrotto le proprie carriere professionali. Sospendere in questo modo la vita delle persone è quanto di più lontano si possa avere dal perseguimento del bene comune, fine ultimo cui dovrebbe tendere in estrema sintesi il sistema politico. E' ora di dire basta e di agire.