"Il patto che Renzi propone agli italiani è positivo, ma deve comprendere la correzione del sistema pensionistico": sono le parole del Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, in merito alle ultime dichiarazioni del Premier e con riferimento alla delicata situazione di coloro che sono rimastitagliati fuori dalle tutele previdenziali. Bisogna ricordare che unapossibile riforma delle Pensioni tramite la formulazione di un provvedimento di flessibilità (in grado di andare incontro alle esigenze di lavoratori e disoccupati)è apparsapiù volte dietro l'angolo, negli ultimi anni.

Ora sembra potersi finalmente concretizzare, ma resta la totale incertezza sul modo in cui verrà implementata. Loscenario appare quindi tutt'altro che libero da ansie per coloro che hanno già sofferto le conseguenze restrittive della legge Monti - Fornero del 2011 e che ora si attendono l'arrivo di una misura compensatoria. I tecnici del Governo starebbero vagliando le varie proposte giunte da Parlamento ed Inps cercando una misura di compromesso, ma la soluzione appare ancora inafferrabile.

Riforma della previdenza, il reperimento delle risorse porta allo scontro tra sistema a quote e contributivo

Di sicuro c'è che il tempo per arrivare aduna soluzione non possa essere infinito. Dopo i numerosi annunci che si sono ripetuti negli ultimi mesi la platea dei disagiati (come esodati, precoci, persone che hanno svolto lavori usuranti, quota 96 della scuola e altri disoccupati in età avanzata) attendono un riscontro già a partire dalla prossima legge di stabilità, in discussione ad ottobre 2015.

Ma la questione del reperimento delle risorse rende complessa anche l'approvazione delle proposte ritenute da molti come le più accettabili. Si pensi ad esempio all'idea della Commissione lavoro alla Camera di ripristinare le quote tramite la cosiddetta quota 97, oppure all'opportunità di creare un'uscita per i precoci con 41 anni di contributi senza penalizzazioni.

Due opzioni che potrebbero arrivare a costare fino a 10 miliardi di euro e per le quali il Presidente Inps Boeri ha mostrato la propria perplessità, rimandando all'adozione di un più parco (e a detta di molti penalizzante) riconteggio contributivo. Una soluzione che sarebbe a costo zero per le casse pubbliche, ma che potrebbe portare a ingenti tagli sulle mensilità deipensionati più giovani.

Inps e tema della flessibilità, nuovorichiamo ad un intervento nel breve termine

Stante la situazione, è chiaro che la tensione sulla vicenda resta palpabile: d'altra parte, sulla flessibilità previdenziale sono stati introdotti finora solo provvedimenti di salvaguardia ad hoc, mentre manca ancora una misuradefinitiva e strutturale che possa sanare i tanti problemi verificatisi a partire dal 2011 . "Per quanto riguarda la previdenza non è sufficiente attendere nel 2018 l'estensione anche ai pensionati degli 80 euro mensili, destinati finora al solo lavoro dipendente" conclude l'On. Damiano, da lungo tempoin pressing sull'esecutivo per cercare di ottenere anche una maggiore flessibilità nell'accesso all'Inps.

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