"La legge Fornero è stata una manovra per salvare l'Italia dalla bancarotta e non una riforma delle Pensioni. Dobbiamo tutti insieme, Camera, Senato e Governo, correggere le attuali distorsioni del sistema che, senza nessun intervento, permetterebbe a tutte le donne che sono nel contributivo puro di andare in pensione solo a 70 anni, perché la manovra prevede che per andare prima si debba avere un calcolo di pensione superiore ai 600 euro mensili". Sono le ultime dichiarazioni rilasciate dall'On. Maria Luisa Gnecchi in merito all'attività in corso presso la Commissione lavoro alla Camera del Deputati.

Il lavoro svolto fino ad ora in Parlamento ha portato all'approvazione di sei salvaguardie per i lavoratori esodati e di numerosi provvedimenti correttivi ad hoc (come quello per i lavoratori precoci inseriti nell'ultima legge di stabilità); misure fondamentali per molti, ma ancora insufficienti stante la vasta platea di coloro che necessitano di un supporto.

Riforma pensioni, italiani stanchi e sconfortati dalle misure restrittive anelano un intervento correttivo 

Le pensioni sono ormai da tempo sotto i riflettori dei Dem, anche perché basta leggere i commenti dei nostri lettori sul web per percepire la stanchezza e lo sconforto degli italiani nei confronti delle manovre restrittive applicate nel 2011 sulla previdenza.

Commenti che stanno evidenziando il disagio vissuto dai tantissimi lavoratori che si sono trovati improvvisamente tagliati fuori dall'Inps a causa della rigidità dei nuovi requisiti di pensionamento previsti con la legge Fornero. Ma il dibattito sulla vicenda resta ancora ben lungi dal chiudersi, anche perché non è chiaro nemmeno quale strada sarà perseguita per flessibilizzare il sistema, tanto che si sta accendendo il confronto tra chi vorrebbe avviare questo processo di apertura tramite il ricalcolo contributivo e la Commissione lavoro alla Camera, che propone la quota 97 e l'uscita con 41 anni di versamenti dei precoci.

Soluzione previdenziale e riattivazione del turn over: possibile chiave per far ripartire l'occupazione?

Altro fattore da non sottovalutare è quello legato alla stagnazione dell'occupazione, con la disoccupazione giovanile che è salita in modo molto deciso proprio in concomitanza con il blocco del turn over e con l'acuirsi della crisi economica.

"Continuano a essere sforanti da più fonti dati sull'occupazione, che ci sottopongono a continue docce fredde" spiega l'On. Cesare Damiano, che si interroga sulle misure più recenti: "l'occupazione aumentano o diminuisce? Il contratto a tutele crescenti sta funzionando? A seconda delle fonti e delle chiavi di lettura, i dati risultano controversi". Stante la situazione, sono in molti a ritenere che l'approvazione di misure di prepensionamento come la quota 97 o l'uscita dei precoci con 41 anni di versamenti potrebbero essere di aiuto anche nel rimettere in moto il ricambio generazionale e ad offrire degli spunti positivi all'interno del mondo del lavoro. Un'opportunità che i pensionandi sperano possa essere colta nel breve termine, attraverso l'inserimento delle misure di flessibilità all'interno della nuova legge di stabilità in corso di preparazione.

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